Un'assemblea per dire no alla Tav,
ma anche alle Olimpiadi invernali, dunque a tutte le grandi
opere e ai grandi eventi, si è tenuta nel pomeriggio in Val di
Susa, a San Didero (Torino), organizzata dal movimento No Tav,
dopo la marcia di ieri, a 18 anni da quando nel 2005 decine di
migliaia di attivisti di ogni età marciarono per liberare il
presidio di Venaus allora sgomberato.
"In Val di Susa - affermano dopo l'assemblea - appare da
sempre sotto gli occhi di tutte e tutti chiaro e lampante,
l'effetto di mega-opere come il Tav. I cantieri, nel corso degli
anni, hanno provocato la distruzione di un ampio territorio già
interessato da una pesante industrializzazione".
"Il Tav - proseguono - è solo uno degli esempi dell'impatto
di queste gigantesche macchine devastatrici, il braccio armato
di un sistema ben più ampio. In Val Susa, tutto ciò si è
espresso in passato anche attraverso mega-eventi come le
Olimpiadi invernali del 2006, che hanno lasciato in eredità
vecchi scheletri ultra costosi, come ci ricorda quotidianamente
la pista da bob di Cesana. Con le prossime Olimpiadi di
Milano-Cortina 2026, l'incubo ritorna reale nella stretta
connessione tra mega-eventi e mega-opere".
"In uno scenario di crisi climatica ed ecologica, questo tipo
di infrastrutture ed eventi indica la volontà di appropriazione
sfrenata e di privatizzazione di quelle risorse primarie alla
base della vita di tutte e tutti come il suolo e l'acqua -
concludono -. Le montagne oggi più che mai sono baluardi da
difendere . Come comunità rimane necessario riunirsi per
condividere prospettive e pratiche di lotta in difesa di ciò che
la montagna rappresenta, inaugurando e rafforzando alleanze
internazionali per fermare il protrarsi di questi ecocidi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA