"Nel 2022 nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Torino, attualmente chiuso in attesa di lavori, sono state trattenute 879 persone, di cui 199 provenienti dal carcere e 680 cittadini liberi, con un tasso di rimpatri del 24% "meno della metà della media nazionale.
Con costi di 2 mln 345 mila euro, di cui quasi 900 mila euro per manutenzioni, il che significa più di 19mila euro di costo medio per ogni persona trattenuta".
A illustrare i dati la garante
comunale delle persone private della libertà, Monica Gallo, che
ha presentato oggi, insieme all'assessore ai Diritti Jacopo
Rosatelli, i risultati di un tavolo di lavoro sulle misure
alternative ai Cpr.
'Offriamo alla comunità la possibilità di fare di Torino una
città sperimentale che non abbia più al suo interno il Cpr,
anche se sappiamo che le intenzioni del governo sono altre" dice
Gallo, secondo la quale la struttura torinese "è il simbolo del
fallimento". I dati del '23, fino alla chiusura temporanea,
vedono 235 persone transitate nel Centro, di cui 46 rimpatriate,
numero di poco più alto dei rimpatri fatti a Cpr chiuso, 36.
Per l'assessore Rosatelli "misure alternative hanno ricadute
positive su quello che accade fuori dal Cpr, è più facile
integrare una persona che non passa attraverso un'esperienza
traumatica come questa. Il lavoro fatto mostra razionalmente che
è possibile contemperare le esigenze legittime della sicurezza e
del rispetto dei diritti umani attraverso misure più efficaci,
meno costose e rispettose della persona".
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