E' tra l'80 e il 100% l'adesione
allo sciopero dei medici in Piemonte, la stima è di oltre 2.000
interventi saltati. Sono garantite le emergenze e il pronto
soccorso, ma chi è in servizio ha una coccarda sul camice con la
scritta "Sto lavorando ma sono in sciopero". A mobilitarsi
questa volta sono la Cisl Medici, l'Aaroi Emac, la Fvm e la
Fassid, ma "non c'è nessuna divisione" spiegano i sindacati.
"I medici vanno sempre più verso il privato anche in
Piemonte, stare nel pubblico non paga e si favorisce questo
esodo con politiche nazionali" spiega Mariasusetta Grosso,
segretaria generale della Cisl medici Piemonte. "Nella regione
ci sono mille anestesisti, ma ne mancano circa 200: mancano
anche i concorsi. Non è accettabile una manovra che non sblocca
il tetto delle assunzioni, non stabilizza i precari, non
finanzia i rinnovi contrattuali, non mantiene le promesse e
favorisce la fuga dal sistema sanitario" sottolinea Gilberto
Fiore, vice presidente regionale di Aaroi Emac, sindacato degli
anestesisti. "Anche la categoria dei radiologi presenta ampie
zone scoperte - afferma Gianpaolo Di Rosa, coordinatore
regionale di Fassid -. I concorsi vanno a vuoto, ma tanti si
dimettono per lo stress e il carico di lavoro. Il problema è
anche legato ai ritmi cui i professionisti sono sottoposti".
"Abbiamo ancora il blocco delle assunzioni dal 2014, è
inaccettabile e nemmeno questa volta è stata inserita una norma
in Finanziaria. Si è pensato solo a tappare i buchi di bilancio,
mentre non si fa nulla per recuperare risorse dell'evasione
fiscale" sottolinea Maurizio Bologna, presidente della Fvm
Piemonte .
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