Nel primo incontro del programma di
riabilitazione dalla ludopatia, ieri pomeriggio a Torino, il
calciatore della Juventus Nicolò Fagioli, all'Ordine degli
Psicologi del Piemonte. ha raccontato la propria esperienza a
trentina di esponenti della categoria professionale. Il
centrocampista bianconero, sospeso dopo il coinvolgimento
nell'inchiesta sulle scommesse, era affiancato da Giuseppe
Vercelli, responsabile dell'Area Psicologica di Juventus e
psicologo presso il J-Medical, e da Paolo Jarre, psichiatra
incaricato di assisterlo come terapeuta.
Un momento di dialogo e condivisione durante il quale sono
stati trattati i principali temi correlati al disturbo da gioco
d'azzardo nella personale esperienza del calciatore: la
vulnerabilità individuale e la responsabilità pubblica, i rischi
e le potenzialità della comunicazione, il valore della
testimonianza quale esempio, in particolare, per le giovani
generazioni.
L'incontro è stato aperto dall'intervento di Giancarlo
Marenco, presidente dell'Ordine degli Psicologi del Piemonte,
che ne ha illustrato le modalità di svolgimento e rimarcato la
valenza: "La scelta di ospitare Nicolò Fagioli, in occasione
della sua prima uscita pubblica, è frutto della nostra volontà,
in sintonia con le intenzioni del suo club, di offrire uno
spazio idoneo a riflettere sul tema in modo attento e rispettoso
delle peculiarità individuali. Abbiamo perciò voluto accogliere
il ragazzo - ha spiegato Marenco - provando a mettere la sua
esperienza in comune, per trarne insieme degli spunti che non
soltanto lo aiutino a gestire questa delicata fase della sua
vita, ma che gli permettano anche di affrontare con maggior
consapevolezza e strumenti adeguati le più ampie e composite
platee dei restanti nove eventi".
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