"In sei mesi di tempo, dal deposito
delle firme a oggi, il Consiglio regionale del Piemonte non è
riuscito a discutere la proposta di legge di iniziativa popolare
firmata in Piemonte da oltre 11.000 di persone. Ora, con la fine
della consiliatura, c'è il rischio concreto che quell'impegno
civico sia vanificato dall'inerzia delle istituzioni. Chiediamo
dunque al presidente Alberto Cirio di non lasciare senza
risposta i cittadini e le cittadine che hanno sottoscritto la
proposta di legge e quindi di garantire che il testo venga
discusso prima della fine della consiliatura". È quanto
affermano Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria
dell'Associazione Luca Coscioni, insieme a Davide Di Mauro,
coordinatore del comitato promotore della legge di iniziativa
popolare "Liberi subito" in Piemonte, dopo il deposito avvenuto
lo scorso 28 agosto delle oltre 11.000 firme raccolte a favore
della la proposta di legge dell'associazione Luca Coscioni sul
"suicidio medicalmente assistito".
"Le persone malate che soffrono - proseguono - non possono
aspettare anni, ma hanno bisogno di risposte in tempi rapidi e
certi, assicurando il rispetto dei valori costituzionali e dei
principi generali dell'ordinamento. Auspichiamo quindi che il
Consiglio regionale del Piemonte voglia discutere la proposta di
Legge nel prossimo Consiglio del 5 marzo".
Il Piemonte, viene ricordato in una nota, "è stata la quinta
regione a depositare le firme a favore della proposta di legge.
La campagna di raccolta firme era partita a metà marzo.
Attualmente, nonostante l'assenza di una legge nazionale, le
persone in possesso dei requisiti stabiliti dalla sentenza
242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani
possono già accedere alla morte volontaria assistita. Non
vengono però garantiti tempi certi nella procedura di verifica e
attuazione di tale pratica".
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