L'ex Palazzo Enel in corso Regina Margherita 267 con la sua inconfondibile facciata con serramenti a oblò sarà sottoposto a un'operazione restyling per farne sede di start-up e aziende, su una superficie totale di 11mila metri quadri, su 11 piani.
Il nuovo nome dell'edificio sarà Eblò, con spazi da 400 a 1.500 metri quadri sullo stesso piano e da 160 a 190 postazioni, divisibili per tre aree, "seguendo il concetto del work-life balance". Saranno infatti realizzati un ristorante e una sala polivalente con capienza fino a 100 persone, un baby parking e una caffetteria di fronte alla reception e una palestra di 1.500 metri quadri.
Eblò, presentato oggi, è stato progettato da Blue Sgr - Fondo Chirone con i partner tecnici e commerciali Studio Pession e Immogroup. Il progetto prevede la ristrutturazione di tutti gli elementi dello storico Palazzo Enel, inclusa la facciata, occupata interamente da serramenti a oblò, elemento da cui prende il nome il progetto.
"Eblò - spiega Emanuele Pession, architetto e fondatore di Studio Pession Associato - è un perfetto esempio di come il restyling e la riqualificazione architettonica di un edificio storico possano convergere per dare vita a un luogo che non solo si inserisce armoniosamente nel contesto urbano in trasformazione, ma diventa anche un'incarnazione del processo innovativo e sostenibile".
Il progetto privilegia anche le caratteristiche di un edificio green, grazie a "sistemi energetici efficienti, un utilizzo di materiali sostenibili e ultime tecnologie".
"Con Eblò l'innovazione incontra la funzionalità - sottolinea Beppe Caruso, ceo di Immogroup - Il progetto offre non solo spazi ufficio moderni e completamente personalizzabili, ma anche ambienti smart per favorire la produttività e il benessere dei lavoratori, grazie a servizi aperti al pubblico".
«Eblò rappresenta un catalizzatore per la riqualificazione urbana e architettonica del quartiere - sottolinea Alessandro Mazzucco, portfolio manager di Blue SGR - L’investimento vuole essere non solo un rinnovamento degli spazi fisici, ma anche un punto di riferimento all'interno del processo di sviluppo di tutta l’area. È per questo che ci siamo immaginati un edificio che, oltre a spazi destinati a start-up e aziende, viva in un continuo dialogo e scambio con il pubblico e la cittadinanza, creando un ambiente urbano più vibrante e inclusivo per tutti».
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