Tra i 75 anarchici e antagonisti
indagati dalla Digos della questura di Torino, coordinata dalla
procura del capoluogo piemontese e dai pm Paolo Scafi e Enzo
Bucarelli, ci sono militanti di Roma, Milano, Livorno,
Alessandria e Cuneo.
Sono diciotto le misure cautelari, di cui due arresti
domiciliari, mentre gli altri sono divieti o obblighi di dimora,
per i reati di devastazione, violenza e lesioni aggravate a
pubblico ufficiale.
I fatti risalgono alla manifestazione nazionale anarchica in
solidarietà ad Alfredo Cospito, a causa della sua detenzione in
regime di 41 bis, svoltasi a Torino il 4 marzo 2023, quando
circa mille anarchici hanno data vita a un corteo, non
preavvisato, nel centro cittadino, nel corso del quale si sono
verificati gravi disordini con lanci di bombe carta e corpi
contundenti contro le forze dell'ordine e il danneggiamento
diffuso di numerose vetrine di esercizi pubblici, banche, arredo
urbano, monumenti, autovetture private, cagionando danni
quantificati in oltre 630mila euro. Nella circostanza sono anche
rimasti feriti agenti di polizia, di cui uno con prognosi di
cento giorni.
La mattina nel corso dell'arrivo a Torino dei numerosi
manifestanti provenienti da diverse città italiane e straniere,
erano stati organizzati controlli preventivi che avevano portato
all'identificazione di 37 anarchici, trovati in possesso di
numeroso materiale (caschi, maschere antigas, martelli, piedi di
porco, frombole, bastoni, bombe carta, petardi, aste, scudi,
coltelli, accette e materiale per travisarsi). Di questi 28
vennero poi denunciati per porto abusivo di oggetti atti ad
offendere e resistenza a pubblico ufficiale.
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