Nella stagione del Teatro Stabile
La vita che ti diedi di Stephane Braunschweig - in scena fino a
domenica 28 aprile al Teatro Carignano di Torino dove ha
debuttato il 9 - è uno dei pezzi forti, uno straordinario
viaggio nel teatro di Pirandello e nelle nudità dell'essere
umano esposto alle intemperie del dolore.
Daria Deflorian interpreta in modo magistrale - gli applausi
convinti del pubblico lo sottolineano - la madre protagonista
della tragedia, il ruolo che Pirandello aveva pensato e scritto
per Eleonora Duse che non la interpretò mai. Un personaggio
complesso, una donna che reagisce alla morte del figlio - il
dolore più grande che un genitore possa provare - nell'unico
modo che le consenta di sopravvivere, fingere che sia ancora
vivo. Il rifiuto del lutto, legato all'idea che la morte del
corpo in fondo non sia nulla rispetto alla morte lenta che
costituisce la vita stessa nelle sue metamorfosi. Lei quel
figlio lo ha già perso quando è andato via da casa diventando un
estraneo difficile da riconoscere. Donn'Anna Luna non nega i
fatti, ma decide consapevolmente di continuare la sua vita come
se il figlio non fosse morto. Sembra folle, ma la sua è una
follia voluta. Pirandello anche in questa tragedia, come lui
stesso la definì, riesce a fare vacillare le nostre certezze:
malgrado sappia che la realtà finirà per mettere fine
all'illusione, ci fa capire quanto noi tutti abbiamo bisogno di
illusioni coscienti, e non delle menzogne che ci raccontiamo,
per restare in piedi. Il discorso sulla follia in Pirandello -
come ha spiegato il regista - si lega a quello sul teatro e sul
suo rapporto con la finzione: a teatro scegliamo volontariamente
di estraniarci dal mondo per raccontarne scampoli che diventano
più reali della realtà.
In scena con Daria Deflorian ci sono Federica Fracassi,
Cecilia Bertozzi, Fulvio Pepe, Enrica Origo, Caterina Tieghi,
Fabrizio Costella.
Dopo Torino, La vita che ti diedi andrà in scena a Pesaro dal
2 al 5 maggio e a Bologna dal 9 al 12 maggio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA