È stato assolto, perché incapace di
intendere e di volere al momento dei fatti, come accertato da
due perizie in fase di indagini, il 39enne che, il 18 febbraio
dello scorso anno verso le 2.30, aveva travolto con la sua auto,
senza frenare alla barriera autostradale Ghisolfa sulla A4
Torino-Milano, la macchina con a bordo due donne, Laura Amato,
54 anni, e Claudia Turconi, 59 anni, morte nello schianto.
Lo ha deciso oggi nel processo con rito abbreviato il gup di
Milano Tommaso Perna, che ha disposto, data la pericolosità
sociale dell'uomo, la misura di sicurezza in una Rems. Misura
che sarà rivalutata tra due anni e che proseguirà nel caso sia
ancora ritenuto pericoloso.
A fine giugno 2023 il gip Ileana Ramundo aveva disposto un
supplemento di perizia psichiatrica nominando l'esperto Marco
Lagazzi, dopo che da un precedente accertamento, sempre deciso
dal giudice e affidato allo psichiatra Raniero Rossetti, era
emerse il vizio totale di mente. Era stato accertato nella
relazione che l'uomo soffre di una psicosi paranoide con crisi
"da fine del mondo". E le nuove analisi psichiatrico-forensi
avevano confermato nella sostanza gli esiti del primo
accertamento.
Secondo la perizia sul comportamento del 39enne - accusato di
omicidio stradale e che era già sottoposto a misura di sicurezza
(prima in un ospedale e poi in una comunità) nell'inchiesta del
pm Paolo Filippini e della Polizia stradale di Novara - quella
notte aveva inciso quel disturbo psicotico di cui soffre da
anni, non l'hashish né le benzodiazepine che aveva assunto.
Malgrado i suoi disturbi già accertati, però, il 39enne aveva
ancora la patente valida. Era pure stato dichiarato incapace di
intendere e di volere in passato in un procedimento per rapina,
lesioni e violenza privata, ma non gli era stata tolta la
patente. I familiari delle vittime, ad ogni modo, sono riusciti
ad avere risarcimenti dall'assicurazione dell'auto.
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