"Vengo da una famiglia naturale,
mia madre la sera rammendava i calzini di tutti i famigliari. E
noi figli ci divertivamo con poco, andando all'oratorio: altro
che disagio giovanile, di cui oggi tanto ci si riempie la
bocca". È un Roberto Vannacci che inizialmente cerca di evitare
i toni forti, quello che si è presentato questa sera a Torino
per la presentazione del suo secondo libro 'Il coraggio vince'.
Un centinaio di persone nella sala di albergo dov'è ospitato
l'evento. Nessuna contestazione per il generale, ex comandante
dei para della Folgore, sospeso dall'esercito per undici mesi a
causa delle affermazioni contenute nel suo primo libro, ora
candidato con la Lega alle europee.
"In Occidente - afferma il generale - stanno cercando di
rendere la società un prodotto unico intercambiabile. L'identità
è negata: non si può più dire che l'uomo e la donna sono
diversi, non si può più dire che un nero è un nero, sebbene si
tratti di una differenza somatica oggettiva. Perché dobbiamo
essere tutti uguali? Una identità esiste: ci sono italiani che
hanno origini diverse e non credo che se ne vergognino. A me è
stato detto che sembro un turco, e questo non mi dà alcun
fastidio. La finalità è trasformarci in individui tutti uguali,
e tutti separati: perché consumano di più quattro consumatori
singoli rispetto a una famiglia di quattro persone".
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