Dopo l'incontro di oggi tra il
rettore dell'Università di Torino, Stefano Geuna, alcuni membri
istituzionali dell'ateneo, i rappresentanti degli studenti e una
delegazione degli universitari che in questi giorni sta
occupando le sedi universitarie torinesi per chiedere la
rescissione degli accordi tra Università di Torino e istituzioni
e università israeliane, i vertici dell'università si augurano
una progressiva riapertura delle sedi per la ripresa dei lavori.
"La situazione ha già assunto temporalmente un lasso molto
ampio che io non ricordo di avere mai visto nell'ateneo - ha
dichiarato il rettore -. Aspetto con ansia che questa operazione
di liberare lo spazio universitario aumenti e spero che questo
non sia dipendente da una decisione o meno di un organo che
avverrà probabilmente tra tre settimane, anche perché questo
sarebbe un ricatto"
"La ripresa delle attività all'interno del palazzo deve
essere fatta nella pienezza, non solo la biblioteca o a pezzetti
- ha aggiunto -. Non è un gioco, qua siamo a due settimane e
mezzo di occupazione con impedimenti per il personale, i
lavoratore e le lavoratrici, che sono comunque stati interamente
ricollocati, ma con qualche disagio".
Tutte confermate intanto le sessioni di esame, nonostante
l'occupazione non accenni a concludersi. "Gli esami sono tutti
ricollocati, sono in corso in questo momento regolarmente e così
è per la programmazione delle settimane successive e gli
studenti e le studentesse sono tutti regolarmente informati di
dove si svolgono gli esami nelle sedi vicine" ha affermato
Alessandro Mengozzi, direttore della Scuola di Scienze
umanistiche. Lo stesso vale per le sessioni di laurea.
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