Aveva costruito una rete di società
fittizie per gli affitti di appartamenti destinati alle persone
meno abbienti, realizzando una frode fiscale che è stata
valutata in complessivi 6,6 milioni di euro, E' l'accusa mossa a
un noto imprenditore immobiliare torinese, attivo da molti anni
nel capoluogo piemontese, al centro di un'indagine condotta
dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Torino.
Gli è anche contestato il reato di riciclaggio per 540mila euro,
ottenuti da cedole, dividendi e capital gain percepiti grazie ai
proventi dell'evasione fiscale.
Le fiamme gialle del comando provinciale di Torino hanno dato
esecuzione a tre distinti decreti di sequestro preventivo emessi
d'urgenza dal pm e convalidati dal gip. La presunta frode
fiscale si riferisce al periodo d'imposta che va dal 2019 al
2020, nel quale sono risultate nella disponibilità
dell'imprenditore indagato 1.500 tra appartamenti, box, posti
auto, soffitte, cantine e locali vari destinati alla locazione
soprattutto nelle aree urbane di Torino considerate più
'delicate, dove venivano affittati immobili, anche in condizioni
precarie, soprattutto a cittadini extra-Ue, spesso mediante
contratti intestati a persone diverse dagli effettivi inquilini.
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