La figura pagana della dea Fortuna
al centro della mappa del mondo, a simboleggiare la fragilità
dell'esistenza di tutto ciò che vive sulla terra, è il disegno
che domina il mosaico medievale appena restaurato a Torino, un
tempo decorazione del pavimento dell'antico presbiterio della
chiesa di San Salvatore e ora visitabile al Museo Diocesano.
"Laddove è arrivato il cristianesimo ha fatto sempre un
processo di inculturazione, - ha commentato l'arcivescovo di
Torino Roberto Repole - che è sempre stato anche l'accoglienza
di tutto ciò che la cultura precedente portava e veicolava come
anticipo di ciò che il cristianesimo porta e compie".
Realizzato tra il 1170 e il 1190, I resti vennero scoperti
nel 1909 durante lavori di manutenzione della chiesa di San
Salvatore, demolita alla fine del Quattrocento
Il restauro è stato possibile anche grazie al contributo
della Consulta valorizzazione beni artistici e culturali di
Torino e di Reale Mutua.
"Siamo orgogliosi di aver contribuito alla valorizzazione di
un'opera così significativa", ha commentato Luigi Lana,
presidente di Reale Mutua,
"Volentieri abbiamo risposto, insieme al Socio Reale Mutua,
alla richiesta di intervenire sul prezioso Mosaico di San
Salvatore", ha aggiunto Licia Mattioli, presidente della
Consulta di Torino.
"Senza storia non c'è davvero futuro - conclude l'arcivescovo
Repole - e spero che iniziative come queste siano l'occasione
per renderci consapevoli di questo in un momento, quello
attuale, in cui sembra che solo lo sviluppo scientifico
tecnologico sia la prospettiva di futuro, non è così".
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