L'intero Fondo e Archivio del
futurista Armando Mazza (Palermo 1884 - Milano 1964) - con
Tavole Parolibere, manoscritti inediti, fotografie,
corrispondenza con i più grandi protagonisti del movimento,
della politica e del giornalismo tra le due guerre mondiali,
disegni, bozzetti e libri - è stata ceduta dall'ultima erede
dell'artista a Luca Sforzini Arte.
L'intera collezione è destinata al Castello Sforzini di
Castellar Ponzano, nel Tortonese in provincia di Alessandria,
dove già sono collocate la scrivania e la poltrona del futurista
pavese Angelo Rognoni (cui sedette Filippo Tommaso Marinetti) e
il Fondo di manoscritti e dattiloscritti Rognoni, già acquisito.
Armando Mazza è stato indiscusso protagonista della prima
stagione del Futurismo fin dagli albori, apprezzato poeta
parolibero, poi importante giornalista e poeta di intenso
lirismo. A Parigi conosce Amilcare Cipriani e collabora con
istituti di propaganda culturale; a New York con lo scultore e
scrittore Onorio Ruotolo fonda la rivista 'La Nuova Italia' per
dare voce agli italiani immigrati e alle esigenze di
rinnovamento in campo artistico. Dal 1923 al '25 è vicedirettore
de 'L'Impero', direttore del settimanale milanese 'La Grande
Italia', condirettore del Giornale del Veneto e corrispondente
politico dalla capitale della Gazzetta di Venezia.
Dal primo ottobre 1926 all'8 gennaio '28 guida L'Arena di
Verona', poi il Giornale di Genova, Cronaca prealpina di Varese,
dal 16 novembre 1937 al 7 novembre 1940 il Resto del Carlino.
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