Era il 13 ottobre 2021 quando in
un'azienda metalmeccanica di Druento (Torino) un'operaia in
prova da pochi giorni si ferì in modo grave cadendo da
un'altezza di quattro metri: la prima versione fornita ai
tecnici dello Spresal fu che era svenuta; inoltre, nell'attesa
dei soccorsi, qualcuno lavò il sangue dal terreno. La vicenda è
stata rievocata oggi in tribunale, a Torino, al processo
terminato con una doppia condanna per quella che è stata
individuata come la amministratrice "di fatto" dell'azienda: tre
mesi di reclusione per le lesioni, undici mesi di arresto per le
violazioni in materia di prevenzione dei rischi.
L'imputata, sentita subito dopo dalle forze dell'ordine,
cambiò versione ammettendo che si era trattato di un incidente
cui comunque non aveva assistito.
La giovane lavoratrice, che stava spostando della merce su
una piattaforma sopraelevata, fu giudicata guaribile in 90
giorni e restò immobilizzata per 4 mesi. Oggi era in aula per
seguire il processo, nel quale si è costituita parte civile. "Il
danno - ha detto l'avvocato Sara Romano, che l'ha assistita
insieme al collega Edoardo Cavicchi - non è mai stato risarcito.
E non è mai arrivata una telefonata per sapere come stava". Per
ora la giudice Carla Casalegno ha riconosciuto una provvisionale
di 10mila euro. L'azienda è stata condannata come 'persona
giuridica' a una multa di 30mila euro. La posizione
dell'amministratore "ufficiale", però è già stata archiviata in
base alla tesi che fosse un semplice prestanome. Il pm Vincenzo
Pacileo ha parlato di "tentativo iniziale di depistare gli
accertamenti". L'avvocato difensore, Francesco Pesavento, ha
invece sottolineato che la prima reazione dell'imputata era
stata "sbagliata" ma che nel volgere di poco tempo fu corretta.
Quanto al sangue, "le macchie furono lavate perché si pensò che
ci fosse motivo di non farlo: ma l'ambulanza fu chiamata subito
e tutti i presenti si occuparono della lavoratrice". I mancati
risarcimenti sono dovuti al fatto che "l'assicurazione deve
ancora trovare un accordo". L'ex operaia non ha commentato. A
parlare con l'ANSA è stato il papà: "In Italia ci sono tante
morti sul lavoro. Gli imprenditori se la cavano sempre. E le
cose non cambiano mai".
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