Il gruppo ultras dei Drughi Bianconeri ha portato avanti, fra il 2017 e il 2018, una "strategia" consistente in un "braccio di ferro con la Juventus finalizzato a tenere sotto scacco la società e costringerla a concedere delle utilità non dovute". Così la corte di appello di Torino spiega, nelle motivazioni della sentenza, le cinque condanne (la più alta a 8 anni) inflitte lo scorso aprile ad alcuni esponenti della tifoseria organizzata bianconera. Per la prima volta è stata riconosciuta la sussistenza del reato di associazione per delinquere: i giudici hanno definito il vertice dei Drughi "una cupola". Il processo era nato dopo una denuncia presentata dalla Juventus.
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