Dalla grande siccità del 2022
all'anno più piovoso degli ultimi decenni, sono sempre di più i
casi, non ultimo quello drammatico di Valencia, che mettono in
guardia sulla necessità di essere pronti ad affrontare eventi
climatici estremi, con un sistema di pre allerta e protezione
civile che funzioni, cittadini informati e pronti e una
burocrazia che non freni i progetti necessari. A fare il punto
sul presente, con uno sguardo al futuro e partendo dal passato,
è il convegno organizzato oggi dall'Ordine dei Geologi del
Piemonte, con il dipartimento di Scienze della Terra
dell'Università, il Cnr-Irpi e Sigea, per i 30 anni
dall'alluvione che colpì il Piemonte.
Già lanciando l'evento nei giorni scorsi il presidente
dell'Ordine, Ugo De la Pierre, aveva espresso "preoccupazione
per come continuano ad essere gestite concretamente le politiche
territoriali nell'ambito dell'assetto idrogeologico" e
sottolineato la necessità di "continuare a monitorare il
territorio e a impegnare risorse economiche". Ricordando,
invece, quei giorni di 30 anni fa, Fabio Luino del Cnr Irpi,
osserva che "ci colse impreparati e da questo punto di vista è
stato fatto tantissimo, ma c'è ancora molto da fare".
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