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Impronte digitali artificiali, la frontiera per l'autenticazione

Impronte digitali artificiali, la frontiera per l'autenticazione

Studio di Inrim e Politecnico di Torino su Nature Communications

TORINO, 11 dicembre 2024, 18:42

Redazione ANSA

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In un contesto globale in cui la contraffazione ha enormi implicazioni economiche e può compromettere la sicurezza, lo sviluppo di impronte digitali artificiali, non clonabili, rappresenta un passo avanti cruciale. Queste impronte, applicabili a una vasta gamma di prodotti e oggetti, possono rivoluzionare le tecniche di anticontraffazione, rendendole sempre più sicure ed efficaci.
    Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications da un gruppo di ricercatori e ricercatrici dell'Istituto nazionale di ricerca metrologica (Inrim) e del Politecnico di Torino, segna un passo in avanti in questa direzione.
    Lo studio, intitolato "Artificial fingerprints engraved through block-copolymers as nanoscale physical unclonable functions for authentication and identification", mostra come sia possibile incidere impronte digitali alla nanoscala, grazie alle nanotecnologie. Le caratteristiche morfologiche di queste impronte digitali, codificabili anche in matrici binarie simili ai Qr-Code, sono non clonabili e possono essere utilizzate come identificativi univoci su una vasta gamma di materiali, oggetti e prodotti.
    Imitando il processo di formazione delle nostre impronte digitali, i ricercatori e le ricercatrici hanno mostrato come sia possibile ottenere impronte digitali artificiali alla nanoscala, grazie all'auto assemblaggio di materiali polimerici, dove l'unicità è garantita dalla aleatorietà intrinseca del processo stesso.
    "Abbiamo dimostrato come le impronte digitali artificiali, oltre ad essere altamente stabili nel tempo, siano anche molto resistenti ad alte e bassissime temperature" commentano Chiara Magosso e Irdi Murataj, rispettivamente dottoranda del Politecnico di Torino e ricercatore dell'Inrim. "Tali impronte digitali artificiali in miniatura abbinate allo sviluppo di algoritmi di riconoscimento immagini - aggiungono Gianluca Milano e Federico Ferrarese Lupi, ricercatori dell'Inrim - aprono nuovi scenari per lo sviluppo di tecniche di anticontraffazione sempre più sicure che sfruttano l'intrinseca stocasticità dei processi di autoassemblaggio di materiali alla nanoscala".
   

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