Calano le presenze business e
crescono i flussi determinati dai grandi eventi: questa la
fotografia del turismo a Torino così come è stata scattata da
Federalberghi. "Il 2024 - informa una nota - potrebbe chiudersi
come il 2023, quando la media di occupazione annuale si attestò
su un tasso del 70%, con un leggero scarto percentuale. I
periodi migliori restano la primavera, con una media del 75%, e
l'autunno, con l'80%. Subirà sicuramente un importante
incremento il dato relativo all'extralberghiero grazie
soprattutto all'emersione degli appartamenti in locazione
turistica conseguente all'introduzione del Cin (Codice
identificativo nazionale) che diventerà obbligatorio a partire
dal 1° gennaio 2025".
"La città - commenta Fabio Borio, presidente di Federalberghi
Torino - conferma il suo status di destinazione turistica e
continua ad attrarre turisti che vengono principalmente per
assistere ai grandi eventi e generano un impatto positivo
sull'intero tessuto economico cittadino. Dopo un anno
eccezionale come il 2023 era ragionevole attendersi una
flessione dovuta alla stabilizzazione del mercato turistico.
L'andamento invece è simile a quello dello scorso anno: segno
che il posizionamento della città è ormai forte e può soltanto
migliorare".
Per Borio restano comunque "alcune lacune da colmare". Una,
per esempio, è "l'assenza di un centro congressi", che "priva la
città di un asset strategico importantissimo". Il turismo
business rappresenta attualmente il 50% del totale ma sul dato,
secondo Federalberghi, pesa "l'assenza di una struttura di tipo
moderno, capace di ospitare migliaia di
persone e accogliere diverse tipologie di eventi". Inoltre "non
si può trascurare la qualità dell'offerta, cosa che passa
inevitabilmente per un giro di vite sul fenomeno dell'abusivismo
degli affitti brevi".
La permanenza media dei turisti che si fermano a Torino è di
2,5 notti. La classifica delle provenienze conferma in testa
francesi e svizzeri. Le presenze extraeuropee rivelano una
progressione di turisti statunitensi.
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