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Il diploma di “Barista Professionista Kimbo” a 10 detenuti di Scampia

PressRelease

Il diploma di “Barista Professionista Kimbo” a 10 detenuti di Scampia

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Responsabilità editoriale di Kimbo Spa

Carcere di Secondigliano, Diocesi di Napoli e Kimbo portano a compimento il primo segmento del progetto “Un Chicco di Speranza”

20 novembre 2024, 18:45

Kimbo Spa

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di Kimbo Spa

Si chiamano Enzo, Davide, Raffaele, Roberto, Giuseppe, Antonio, Ciro, Francesco, Felice, Salvatore… Sono nati a Napoli, a Salerno, nelle provincie del Casertano, nel Vesuviano… Hanno età comprese tra i 63 e i 27 anni. 
Sono i dieci detenuti in attesa di libertà che lo scorso lunedì 18 novembre 2024, nell’aula del Kimbo Training Center di Scampia, a Napoli, hanno ricevuto il Diploma di Barista Professionista di I Livello come atto conclusivo del primo ciclo di attività previste dal progetto “Un Chicco di Speranza”, nato dal protocollo d’intesa tra Kimbo, Casa Circondariale “P. Mandato” di Secondigliano, Arcidiocesi di Napoli e Tribunale di Sorveglianza di Napoli su approvazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

I neodiplomati baristi hanno ricevuto ciascuno il proprio diploma pergamenato dalle mani di Giulia Russo, direttrice della Casa Circondariale, di Patrizia Mirra, presidente del Tribunale di Sorveglianza, di Antonio Mattone, direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi, di Lucia Castellano, Provveditrice dell’amministrazione penitenziaria della Campania, e di Mario Rubino, presidente di Kimbo SpA,i quali tutti hanno speso parole di stima, incoraggiamento e speranza per il reinserimento sociale e professionale delle dieci persone coinvolte. L’evento è stato seguito in prima persona dal noto giornalista Giulio Golia che sarà portavoce del progetto sui canali social con una serie di reel dedicati all’iniziativa.

Il corso, articolato in quattro giornate suddivise tra teoria e pratica, ha visto i detenuti studiare tra i banchi e nell’area tecnica del Kimbo Training Center, luogo di eccellenza strutturato con dieci postazioni bar altamente professionali. Gli esperti di caffè - che fanno continua ricerca per l’azienda - hanno condiviso le loro esperienze, la loro cultura, i loro piccoli “segreti” anche attraverso una speciale sezione didattica dedicata alle diverse metodologie di estrazione del caffè, con gli aromi delle varie miscele Kimbo. 

La Diocesi di Napoli, nella sua azione di impegno nella pastorale carceraria, seguita dal cappellano Giovanni Russo, si è adoperata per stimolare l’interesse dei detenuti nei confronti del progetto, accompagnando e sostenendo moralmente i destinatari nello sviluppo di una dimensione personale positiva rispetto alla scelta professionale, nella prospettiva di costruzione di un nuovo progetto di vita.

Non a caso erano presenti all’evento alcuni imprenditori del settore Ho.Re.Ca. (tra i quali Dario Montanaro, CEO del gruppo Nonna Titti/Eccellenze della Costiera, e Giuseppe Medici, membro del Consorzio Conad “Sapori e Dintorni” nonché titolare del pdv Gourmeet in via Alabardieri a Napoli) invitati da Kimbo non solo per conoscere i neodiplomati ma anche approfondire, con le varie istituzioni presenti, il tema delle agevolazioni fiscali per le aziende che contribuiscono al reinserimento professionale degli ex detenuti.

Il progetto “Un Chicco di Speranza” proseguirà nel 2025 per sviluppare, come previsto dal protocollo d’intesa, i due successivi segmenti del progetto.
In primo luogo, a partire dal prossimo gennaio, saranno allestiti all’interno dell’istituto penitenziario, in aule già individuate, un laboratorio ed un magazzino per la riparazione e la rigenerazione delle macchine bar di proprietà di Kimbo da utilizzare nel settore Ho.Re.Ca. A questa attività saranno destinati detenuti in regime di art. 20 ter o 21, nonché beneficiari della misura alternativa della semi-libertà, i quali saranno preventivamente formati attraverso un corso tenuto nelle aule della casa circondariale da personale Kimbo altamente specializzato.
Successivamente, da marzo 2025, con il coinvolgimento della Facoltà di Agraria della “Federico II”, sempre all’interno della Casa Circondariale, e con il coinvolgimento professionale dei detenuti, sarà sperimentata la coltivazione di una piccola piantagione di caffè, sfruttando le potenzialità ambientali e climatiche nonché ecosostenibili di un appezzamento di terreno, dell’estensione di 10.000 mq, ubicato proprio nel perimetro dell’istituto penitenziario.

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