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Responsabilità editoriale di Delta Pictures
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Car sharing e mobilità sostenibile: tendenze e prospettive
L’Italia è il Paese più motorizzato d’Europa, anche se il suo parco auto continua a invecchiare. La pandemia ha rimescolato le carte della mobilità, dando impulso agli spostamenti “non motorizzati” e frenando, di contro, il ricorso al trasporto collettivo. D’altra parte, ha messo in luce la necessità di ridurre l’inquinamento e di decongestionare il traffico, nelle grandi città e non solo. “La soluzione passerà attraverso la diffusione delle auto ibride ed elettriche, ma anche attraverso la mobilità intermodale e la sharing mobility” spiega Massimo Vanzulli, titolare della Vanzulli srl, fra le poche aziende a conduzione familiare che hanno saputo sopravvivere alle crisi, diversificando i propri servizi nel campo della compravendita e del noleggio. “Pur essendo ancora un mercato molto concentrato nelle grandi città, il car sharing è destinato a crescere, accanto allo scooter sharing e al bike sharing che negli ultimi anni hanno assistito a una moltiplicazione dei noleggi – in modalità free-floating e station-based – e della flotta.”
Nello scenario attuale, quali sono le prospettive per la mobilità sostenibile (dai monopattini alle auto elettriche e ibride)? Nel corso del 2020 sono stati annunciati diversi piani di intervento a sostegno della “mobilità dolce” nelle città italiane come Roma, Milano, Bologna, Torino e Napoli: dalla realizzazione di percorsi ciclabili agli incentivi alla micro mobilità elettrica, fino al potenziamento dei servizi di bike sharing e all’installazione di postazioni di ricarica per i veicoli elettrici. Lo stesso hanno fatto le grandi metropoli europee, da Londra a Parigi con un’accelerazione sugli interventi per la ciclo-pedonalità e la mobilità green.
In tema di incentivi alla rottamazione, la scelta in Italia sembra, al momento, quella di continuare a sostenere le motorizzazioni tradizionali – diesel e benzina –, accanto all’ecobonus previsto per l’acquisto di auto elettriche e ibride. “Scelte che appaiono ancora timide rispetto all’esigenza di rinnovare il modello italiano, ancora poco propenso alle soluzioni innovative” commenta Massimo Vanzulli. Il tasso di motorizzazione – pre-pandemia – è del resto ai massimi livelli in Europa, con un parco auto di oltre 39,5 milioni di veicoli registrato nel 2019. Negli ultimi anni, il volume di auto ha segnato una continua crescita, interessando praticamente tutte le grandi città italiane con la parziale eccezione di Milano, mentre l’età media dei veicoli supera gli 11 anni.
In tutto questo, quando pesano le alimentazioni alternative? GPL, metano e autovetture ibride ed elettriche, nel 2019, hanno detenuto una quota inferiore al 10%: la percentuale sulle immatricolazioni aumenta, ma ancora troppo lentamente. Lo conferma l’osservatorio “Audimob” realizzato da Isfort, l’indagine annuale sulla mobilità della popolazione italiana che ha evidenziato, d’altra parte, un cambio di mentalità legato alla situazione sanitaria: ovvero, la crescente propensione alla mobilità non-motorizzata e, in generale, alle soluzioni di trasporto ecologiche. In attesa di capire quanto influiranno le nuove abitudini di vita e di lavoro – in primis lo smart working – nella domanda complessiva di mobilità.
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