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“Diario di una conquista”, il confortante e riflessivo racconto di un viaggio inaspettato

PressRelease

“Diario di una conquista”, il confortante e riflessivo racconto di un viaggio inaspettato

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Responsabilità editoriale di NEW LIFE BOOK

Lorenzo Bertani apre una finestra sulla sua vita, rivelando un momento di grande intensità emotiva

31 gennaio 2024, 16:08

NEW LIFE BOOK

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di NEW LIFE BOOK

“Diario di una conquista”, romanzo d’esordio di Lorenzo Bertani edito da Europa Edizioni, descrive un momento particolarmente intenso della sua vita, soltanto pochi giorni di viaggio che contengono un intero universo di pensieri ed emozioni catturati dalla penna dell’autore con raffinatezza e dovizia di particolari: è il viaggio che intraprende per un’amara necessità, ossia il funerale della nonna in Belgio, dove incontra molti affezionati parenti.

L’opera ha inizio poco prima che Lorenzo Bertani riceva la triste notizia, durante il rientro in Italia dopo aver visitato l’Iran, dove l’autore si concede un momento per ripensare sia ai meravigliosi luoghi che aveva visto, che a se stesso, alla sua passione per i viaggi e ai suoi interessi per la storia dell’arte, aprendosi gradualmente al lettore e impostando fin dalle prime pagine uno stile riflessivo e piacevolmente descrittivo. È all’atterraggio che viene a sapere che la nonna è mancata e che il funerale era previsto pochi giorni più tardi, così l’autore riparte per Gent, il paese belga d’origine del ramo materno della sua famiglia, non in aereo ma stavolta in treno. Il respiro della narrazione è calmo e profondo, contemporaneamente confortante e piacevole anche attraversando la tristezza di quei pensieri e ricordi da cui si viene colti nei momenti di lutto. L’autore si sofferma a raccontare quella lunga tratta, cogliendo l’occasione di un incontro casuale con un altro passeggero per rivelare ai suoi lettori ancora qualcos’altro sul suo conto: dalla conversazione che nasce tra loro e nel breve ma significativo scambio di opinioni che hanno si scopre molto sulla vita di Lorenzo Bertani, che vanta una carriera trentennale nella Sanità Pubblica e un master in Bioetica. L’argomento di conversazione è proprio la bioetica e qui l’autore rivela i suoi pareri a riguardo di alcuni importanti argomenti di discussione, come il concetto della dignità della vita, ma in questa interazione l’autore racconta molto altro: “«Sono nato con una disabilità motoria che nel corso della vita mi ha procurato molti problemi di natura fisica ma anche psicologica e relazionale...»”, dice Lorenzo Bertani al suo momentaneo compagno di viaggio: “«Non si preoccupi, ho superato, con l’età e l’esperienza, certi imbarazzi. Ora mi sento decisamente più libero. Questa mia condizione, da un lato mi ha fatto soffrire, non posso negarlo, ma dall’altro, e questo grazie principalmente all’amore e all’intelligenza della mia famiglia e poi di alcuni amici, mi ha consentito di studiare, imparare, ragionare e cercare di mettere a frutto, a vantaggio soprattutto di chi non ha avuto la mia stessa fortuna, quello che ho capito e ancora sto cercando di capire sulle relazioni umane, la libertà, l’uguaglianza»”.

“Diario di una conquista” è un’opera dal tono calmo e magnetico che rivela gradualmente la profondità emotiva del suo autore, una saggezza che non è per lui motivo di vanto ma una naturale conseguenza delle sue riflessioni, del suo modo di fare ponderato e acuto, che lo spingono a un’attenta e consapevole osservazione della realtà circostante. L’incontro con i parenti con cui condivide un intenso legame, soprattutto per quanto riguarda il cugino, dà l’occasione a Lorenzo Bertani di proseguire il suo racconto scavando sia nelle luci che nelle ombre della propria emotività e di quella dei membri più cari della sua famiglia, che vengono offerte ai lettori come una preziosa testimonianza di uno spaccato di vita che riesce a catturare l’attenzione, raccontando un momento di “straordinaria ordinarietà”: il lutto è una circostanza amara e inevitabile nella vita di ognuno, l’autore stesso tra le pagine della sua opera dice di non esserne affatto estraneo, avendo perso entrambi i genitori, e in questo risiede la triste ordinarietà di “Diario di una conquista”; ciò che invece è straordinario è il modo in cui l’autore ha deciso di raccontarlo, approfondendo ogni incontro, ogni dialogo e discussione, indagando nella propria coscienza come in quella dei suoi familiari con affilata precisione, mettendo a nudo alcuni aspetti di sé con sincerità, senza cercare approvazione né con alcun secondo fine, se non quello di raccontarsi, di celebrare i suoi affetti la memoria della nonna, una figura importante per lui e fondamentale di quel nucleo familiare.

È un’opera che riesce a essere confortante anche nei momenti di tristezza, acuta nelle riflessioni e commovente per l’affetto che descrive.

Niente viene raccontato per caso in “Diario di una conquista”, ogni persona che ne prende parte ha la sua dimensione narrativa e il lettore impara a conoscere ogni membro della famiglia secondo la percezione che ne ha l’autore, ovviamente soggettiva e preziosa proprio per questo: per la grande empatia che lega Lorenzo Bertani ai suoi affetti. Nel racconto di questo singolo avvenimento e degli episodi di cui è costellato, l’autore racchiude la sua intera biografia, dopo la lettura del suo romanzo si ha l’impressione di conoscerlo davvero, perché alle sue pagine ha affidato una sincerità che non può essere dubitata né confutata in qualsiasi modo.

“L’affetto e le gioie di cui ho goduto e che hanno alimentato la mia esistenza sino ad ora sono ancora vive e palpitanti, sì, anche il peso della solitudine si è accasato in me e continuerò a conviverci ma non resterà l’unico orizzonte che potrò guardare e verso il quale incamminarmi: moltissime sono state le avventure, tante inattese, vissute sin qui e tutte valeva la pena viverle, perché non volerne vivere altre?”, riflette l’autore durante il viaggio di ritorno in Italia. “Aspettarmi altre sofferenze, altre sconfitte forse, è il rischio che si corre da quando, come accade per ognuno, si aprono gli occhi tutte le mattine.

Riflettere su quello che ho vissuto, che ho raggiunto ma anche a quello che non ho raggiunto testimonia che la mia vita è stata interessante, forse anche utile e complicata ma non l’ho sprecata. Il dolore, la sofferenza, i fallimenti appartengono a ognuno di noi, sono in noi e, come tutte le altre cose della vita, non sono inutili”.

Gli intimi pensieri di Lorenzo Bertani ispirano una naturale fiducia nei suoi confronti mentre, man mano che si dipanano nel corso della storia, rivelano aspetti sempre più profondi del suo carattere e della sua personalità e allo stesso tempo descrivono con attenzione il mondo dai suoi occhi, sempre molto perspicaci nel cogliere i dettagli. Seppure il respiro della trama sia disteso e sempre calmo, “Diario di una conquista” riesce a catturare l’attenzione e spinge a una lettura curiosa di ciò che ha da offrire, perché dà al lettore la possibilità di conoscere sempre qualcosa in più a proposito dell’autore per cui, pagina dopo pagina, si prova inevitabilmente una spontanea empatia. Una lettura che arricchisce la mente di riflessioni sensibili, acute ed esposte consapevolmente dal suo autore, che a questa incisiva biografia affida molto di ciò che ha imparato e che può risultare prezioso per tutti sul perdono, sul significato del dolore e il valore della vita.

 

 

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