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Responsabilità editoriale di PRIMA PAGINA ITALIA
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Quando la legge 3 / 2012 venne approvata, per la prima volta la trasmissione televisiva “Le Iene” la presentò come “la legge salva suicidi”, perché rappresentava il primo strumento reale in grado di ridare speranza a coloro che, schiacciati dai debiti, si ritrovano in situazioni economiche difficili. Ne parliamo con l’avvocato Giuseppe Papotto, dello studio legale Papotto di Catania, esperto in materia.
“Innanzitutto, non va dimenticato – sottolinea Papotto-che la rinominazione in “Legge salva suicidi” è una semplificazione giornalistica. La Legge 3 2012 ( modificata nel 2019 con interventi che entreranno in vigore a fine 2020) è una vera e propria norma, che prevede l’attivazione di una procedura in Tribunale a favore dei soggetti sovraindebitati. Inoltre arricchisce di un termine nuovo l’ordinamento giuridico italiano: il sovraindebitamento.Con questo termine si definisce la situazione precaria e insopportabile di chi, consumatori o piccole imprese, non riesce più a far fronte ai propri debiti a causa di una situazione di evidente squilibrio tra le attuali disponibilità economiche ed i debiti residui”.
Quando parliamo di un soggetto sovraindebitato ci riferiamo ad una persona, famiglia o piccola impresa, che per ragioni di qualunque natura, trova difficoltà insormontabili a pagare i debiti a suo carico.
La cosiddetta “Legge salva suicidi” opera quindi anche una funzione etica perché il debitore in difficoltà potrà tornare ad essere una persona serena, pienamente inserita nella vita economica della propria comunità e, soprattutto, nuovamente produttiva.
Il fine principale è quello di mettere legalmente in grado il debitore di pagare tutto ciò che, di fatto, può pagare. Condizione ottenibile solo cancellando quella parte di debito che non si riesce a pagare.
Non va dimenticato, inoltre, che la “Legge salva suicidi” rende servizio anche a chi è titolare di credito. Se il debitore rimane soverchiato dalla mole dei debiti, rischia di non pagare alcunché a nessuno dei propri creditori.
La procedura è riservata ai soggetti non fallibili, ovvero a queste categorie di debitori:
• Piccole imprese non fallibili (meno di 200.000 euro di fatturato negli ultimi .tre anni)
• Semplici consumatori: dipendenti, pensionati
• Professionisti
• Aziende agricole di qualsiasi dimensione
• Start up innovative
• Enti no profit
L’accesso alla “Legge salva suicidi” richiede alcuni presupposti fondamentali. Il primo è che il debitore sia un soggetto non fallibile. Il secondo è che si trovi in stato di sovraindebitamento. Il terzo è che risulti libero da dimostrati atti di frode nei confronti dei creditori.
• Il Piano del consumatore: questa procedura è riservata al consumatore considerato “meritevole”, il quale, rispetto ad altre categorie, può ottenere vantaggi maggiori. Viene inteso “meritevole” chi, senza atti dipendenti dalla propria volontà, si ritrova in una situazione di sovraindebitamento . Alcuni esempi di tali “eventi imprevisti” sono le malattie, il divorzio, il licenziamento, una calamità naturale.
• Accordo con i creditori: tale procedura si rivolge a tutte le categorie di debitori, e consiste, in pratica, in una sorta di “concordato”. Il soggetto debitore compone (seguito da un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) un percorso di parziale pagamento ai creditori, costruendo in tal modo una credibile offerta. Se almeno il 60% dei creditori ritiene idonea tale offerta e la accetta, anche il rimanente 40% dovrà “adeguarsi” a tale proposta di pagamento ridotto del debito.
• La Liquidazione del patrimonio: è la procedura riservata a chi non è in grado di comporre una proposta rivolta ai propri creditori, ma intende ugualmente liberarsi di debiti che non può pagare. In questo caso l’operazione di esdebitamento prevede un percorso nel quale ogni bene di proprietà del soggetto sovraindebitato verrà venduto, in modo che il ricavato possa essere distribuito tra i creditori. Dopo quattro anni, il debitore potrà chiedere che il debito rimanente non pagato venga cancellato e ritornare ad una vita normale e serena.
Alla cosiddetta “Legge salva suicidi” si può accedere in qualsiasi fase della crisi del debito.
“Eppure- spiega l’avvocato Papotto-a otto anni dall’emanazione della “Legge anti suicidi” e la conseguente approvazione della normativa sul sovraindebitamento, gran parte della popolazione italiana non conosce ancora questa possibilità di uscire dal debito e crisi personale. Inoltre, molti dei casi presentati ai Tribunali di competenza non vanno a buon fine perché risultano male impostati, preparati con documentazione scarsa rispetto a quella necessaria o semplicemente perché attraverso la procedura si è andati a richiedere qualcosa che non si poteva ottenere”.
1. Il primo passo, necessario per poter risolvere la situazione di sovraindebitamento, consiste nella presa di coscienza che è indispensabile avvalersi dell’aiuto di personale specializzato in questo settore
2. Il secondo passo consiste nel saper nutrire aspettative ragionevoli. Solo attraverso l’aiuto di un esperto di procedure di sovraindebitamento, che ben conosca la Legge e che abbia comprovata esperienza di successi, sarà possibile ottenere un risultato.
3. La scelta di un consulente esperto e capace rappresenta il terzo passo verso il successo. E’ infatti consigliabile che sia il consulente a compiere una prima valutazione della situazione generale di indebitamento, a compiere una scelta ponderata della soluzione e a predisporre quanto necessario all’avvio della pratica.
“Il Piano Debiti- conclude Papotto- non si presenta dunque con promesse preconfezionate, se non con quella che tutti i propri sforzi saranno orientati verso ogni soluzione utile a migliorare la situazione del cliente, seguendolo in ogni passaggio fino al raggiungimento del risultato prestabilito assieme a lui”.
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