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PressRelease
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Responsabilità editoriale di UK Soft Ltd
PressRelease - Responsabilità editoriale di UK Soft Ltd
La corsa alla digitalizzazione in Italia, tra alti e bassi, continua a essere un tema importante e discusso. Non solo perché è evidente un bisogno di ammodernamento delle strutture comunicative e burocratiche, ma anche, e soprattutto, alla luce della spinta acceleratrice scaturita dall’emergenza COVID-19 e dalla conseguente diffusione del lavoro da remoto e dello smart working.
In effetti, ripensando agli ultimi tre anni, si è registrato un boom di presenza online, guidato dalla didattica a distanza nelle scuole e dal distanziamento sociale. I dispositivi elettronici sono andati a ruba, molte persone hanno dovuto procurarsi, anche per la prima volta, un portatile o un tablet di fascia medio-alta e acquistare licenze Office per consentire ai propri figli di seguire le lezioni scolastiche, così come sono aumentati gli abbonamenti ai servizi di streaming come Netflix e Prime Video e VPN, a fronte dei lockdown e dell’esigenza di trovare forme di intrattenimento compatibili con la chiusura forzata in casa.
Aumenta, altresì, l’esigenza di usare software necessari non solo a effettuare le videoconferenze ma anche a collegarsi alle reti aziendali ed elaborare documenti e fogli di calcolo. Da ciò emerge anche una riflessione sulle diseguaglianze in termini di infrastruttura web e digitalizzazione sia nell’ambito dei nuclei familiari che delle aziende. I disagi provocati durante le riunioni da connessioni insufficienti o dalla scarsa familiarità con gli strumenti informatici da parte di chi le riunioni doveva gestirle sono stati raccontati abbondantemente nel corso del triennio. A questo, si aggiungono i dati come quelli del Rapporto Istat del 2021, secondo cui il 60,3% delle PMI ha raggiungo almeno un livello base di intensità digitale, mentre il DESI (Digital Economy and Society Index) della Commissione Europea parla di una transizione digitale, per l’Italia, ben al di sotto della media europea. Per quasi 2 aziende su 3 l’infrastruttura digitale rappresenta ancora un problema reale.
Dunque, vien da sé che questa “nuova normalità” non sia stata accolta di buon grado, tanto dalle aziende impreparate a colmare il gap digitale (e non solo per via degli investimenti necessari, ma anche per un mancanza culturale), quanto e soprattutto dai lavoratori meno giovani e meno alfabetizzati dal punto di vista informatico. Ciò spiega anche la recrudescenza di attacchi informatici registrati durante e dopo il primo lockdown. Molti criminali informatici, infatti, hanno approfittato della situazione di panico e incertezza, nonché la scarsa preparazione di molte persone in ambito infosec per effettuare tentativi di phishing al fine di rubare o estorcere denaro tramite frodi informatiche.
Ciononostante, resta il punto che la possibilità di lavorare da remoto e condividere le attività con i propri colleghi da qualunque luogo ci si connetta resta un fattore molto importante, che spiega anche quanto sia cruciale la digitalizzazione del nostro Paese, non solo in termini infrastrutturali, ma anche di diffusione dei mezzi idonei a usufruire delle nuove tecnologie a prezzi accessibili. E alla luce di questa riflessione, l’ancora insufficiente tasso di adozione di strumenti e soluzioni digitali in ambito produttivo e amministrativo desta non poche preoccupazioni.
Ed è una vera e propria occasione persa, pensando ai possibili vantaggi in termini di risparmio economico dettati dalle operazioni di smaterializzazione, semplificazione e automatizzazione alla base di un processo di digitalizzazione che rimane un’esigenza da non sottovalutare. L’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, infatti evidenzia i benefici di tali processi, segnalando in media un +28% di utile netto, +18% di profitti e +11% di EBITDA nelle aziende digitalmente mature.
Detto questo, il bisogno di digitalizzazione è ben chiaro anche a Nicola Iorillo, CMO di Mr Key Shop, un’azienda operante da molto tempo nel mercato del software digitale che, tramite il proprio ecommerce, offre all’utenza licenze digitali a basso costo ma sempre e solo originali. Sullo Shop è possibile acquistare Windows 10 risparmiando fino al 70%.
“In un momento come questo”, ha dichiarato Iorillo, “credo che sia importante come non mai contribuire in modo positivo alla digitalizzazione del nostro Paese e, per quanto possibile, del resto dell’Europa. Con Mr Key Shop, abbiamo deciso di contribuire alla diffusione di strumenti digitali, come sistemi operativi Microsoft, pacchetti Office, ma anche e soprattutto antivirus e VPN per restare protetti dalle crescenti minacce che circolano online. Tutto questo, tramite una politica di prezzi vantaggiosa per il pubblico, affinché tutti possano dotarsi degli strumenti più adatti ad avvicinarsi al mondo digitale”. Acquistare licenze software originali è il modo migliore per fronteggiare adeguatamente bug come Follina, il problema di sicurezza di Microsoft Office ed evitare attacchi hacker, poiché un software originale è sempre aggiornato e risolve velocemente eventuali criticità con il rilascio di patch gratuite.
Mr Key Shop è un “negozio virtuale” attivo da diversi anni nel canale della distribuzione digitale: niente prodotti fisici spediti fin dal primo giorno, ma solo chiavi in formato elettronico (licenze digitali), consegnate direttamente agli utenti via e-mail entro pochi secondi dall’acquisto, con istruzioni passo-passo, assistenza gratuita e tutti gli strumenti necessari affinché anche l’utente meno esperto possa procedere in autonomia con il download e l’installazione del software acquistato.
Uno dei concetti di cui l’azienda si fa sempre portavoce è quello della sostenibilità ambientale: fin dalla fondazione, Mr Key Shop ha scelto di non avvalersi del mercato fisico, utilizzando il Digital Delivery come solo e unico canale di distribuzione dei propri prodotti. L’idea è quella di contribuire alla riduzione dell’inquinamento e dei rifiuti provocati dal trasporto merci fisico. Lo stesso Iorillo afferma: “Mr Key Shop è un’azienda eco-friendly sin dalla sua fondazione. Abbiamo sempre perseguito il valore della sostenibilità, per questo motivo abbiamo scommesso su un modello di distribuzione che, 18 anni fa, non era così scontato come oggi. Ridurre l’impatto ambientale delle attività è un aspetto fondamentale e mi auguro che molte altre imprese seguano questa strada verso una maggiore sostenibilità ambientale”.
PressRelease - Responsabilità editoriale di UK Soft Ltd
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