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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
(Arv) Venezia 13 set. 2023 – Rospi, raganelle, lucertole, pipistrelli, lontre, ricci, castori, tartaruga e granchi di fiume sono alcune delle specie animali che inquinamento, agricoltura intensiva, urbanizzazione, cambiamento climatico e globalizzazione e l’arrivo di specie esotiche stanno facendo sparire dal nostro habitat. Alla salvaguardia di questi piccoli rettili, anfibi, insetti e mammiferi in Veneto punta Europa Verde, con un progetto di legge ‘Disposizioni per la tutela della fauna minore in Veneto” (pdl 216) presentato in Consiglio dalla consigliera regionale Cristina Guarda.
“Circa il 25% delle specie animali in Italia sono a rischio estinzione - spiega Guarda, presentando l’iniziativa legislativa agli operatori dell’informazione - La tutela della biodiversità è indicata dall’Onu come uno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ai fini della nostra sopravvivenza, la salvaguardia degli ecosistemi costituisce un fattore imprescindibile e necessario”.
“La proposta di legge regionale che Europa Verde ha presentato grazie alla collaborazione dei volontari di alcune associazioni del territorio - continua Guarda - si occupa della fauna minore, ovvero di quell’insieme di specie animali di piccole dimensioni, la cui tutela non è ancora supportata da una normativa dedicata. Parliamo di anfibi, rettili, pesci, insetti, ma anche piccoli mammiferi. Negli ultimi decenni le attività antropiche hanno sensibilmente ridotto il numero di esemplari di queste specie, mettendo in serio pericolo la loro sopravvivenza, specialmente nell’ultra-cementificato Veneto. Tra gli obiettivi che questo provvedimento si impone vi è, in particolar modo, l’individuazione di misure di tutela e conservazione delle specie e dei loro habitat, così come la gestione coerente del paesaggio”.
Secondo la consigliere vicentina “il Veneto viene spesso vista come la patria dei cacciatori”. “Possiamo mutare la percezione che gli altri cittadini italiani hanno di noi, redendo la nostra regione terra di tutela avanzata degli animali indifesi”. Il progetto di legge elenca in calce un centinaio di specie da tutelare, tra anfibi, rettili, piccoli mammiferi e invertebrati. Prevede un finanziamento di 200 mila euro per il primo anno di applicazione, per promuovere tutela e conservazione, con collaborazioni tra enti locali e associazioni di volontariato, vigilanza e monitoraggio su piccola fauna ed ecosistemi, studi e ricerche, ‘giardini’, corridoi ed aree ecologiche, e per progetti di riqualificazione ambientale e reintroduzioni a difesa della biodiversità.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i volontari di Sos Anfibi, Fabio Cappelletto e Andrea Dellai. Spiega Cappelletto: “L’idea di presentare questo testo nasce da due criticità che chi opera in questo settore, spesso volontari, si ritrova ad affrontare: la scarsa consapevolezza culturale dell’importanza dell’ambiente e la mancanza di strumenti utili a garantire la necessaria tutela di questi animali. Ci auguriamo che dal Consiglio regionale del Veneto giunga quell’importante segnale che il mondo del volontariato da tempo attende”.
Conclude Dellai, volontario del Cras di Vicenza (Centro di recupero animali selvatici): “L'Unione internazionale per la Conservazione della Natura stima che nel mondo il 41% delle specie di anfibi sia minacciata. Molte specie elencate in questa proposta di legge sono animali che stanno alla base degli ecosistemi, in quanto predano principalmente insetti ed artropodi e a loro volta sono predati da animali più grandi. Tutelarle direttamente e tutelare i loro habitat crea un effetto a catena (effetto ombrello) dal quale trarranno beneficio non solo le specie interessate ma anche quelle legate a loro. Fino alla specie umana. Maggiore è il numero di specie, maggiore è la possibilità per l'ambiente di riprendersi dopo eventi avversi come disastri naturali o danni di causa antropica. Si ricordi la tempesta Vaia che nel 2018 ha colpito enormi superfici boscate dove la maggioranza delle piante erano abete rosso".
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