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Presentato il volume “Sui Giganti di Pietra”

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Presidente Ciambetti: “Due vite che testimoniano lo spirito indomito dell’essere umano”

31 ottobre 2024, 15:51

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

(Arv) Venezia 31 ott. 2024 - “Nel libro “Sui Giganti di Pietra”, Tieri Filippin e Stefano Gava raccontano le vite e le imprese di due leggende dell'alpinismo italiano: Franco Miotto e Riccardo Bee. Questi due alpinisti non solo hanno lasciato un'impronta indelebile sulle Dolomiti, ma hanno anche ispirato generazioni di scalatori con il loro coraggio e la loro passione. Le loro vite sono un richiamo alla resilienza, all'innovazione e alla passione che definiscono l'alpinismo nella sua straordinaria essenza. Sono modelli da seguire e le loro imprese rimarranno come testimonianze dello spirito indomito dell’essere umano conscio dei propri limiti ma in grande armonia con la natura e l’ambiente”. Così il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, intervenendo in apertura della conferenza stampa di presentazione del volume “Sui Giganti di Pietra” avvenuta oggi a Palazzo Ferro-Fini. “Franco Miotto ha dedicato la sua vita alla montagna. Conosciuto per le sue scalate solitarie e audaci, ha aperto nuove vie su montagne iconiche come il Pelmo e la Schiara, dimostrando una determinazione e una creatività fuori dal comune, affrontando sfide estreme con una calma e una competenza che solo i grandi alpinisti possiedono. La sua capacità di leggere la montagna e di trovare nuove vie è stata una testimonianza del suo profondo rispetto e comprensione per l'ambiente alpino, di cui era un grande conoscitore: pensiamo all’impegno profuso nel recupero dei Viaz, quei sentieri battuti dai camosci e dai loro cacciatori, percorsi spesso esposti, tutt’altro che facili, qualcosa di più che semplici roccette, a metà strada tra escursionismo impegnativo e alpinismo vero e proprio - oggi si direbbe scrambling - che permettono di scoprire ambienti intatti e non frequentati da quell’overtourism che caratterizza i percorsi più noti delle nostre dolomiti”, ha affermato il Presidente. “Dall'altra parte, Riccardo Bee, nato a Lamon, è ricordato non solo per le sue eccezionali doti tecniche, ma anche per il suo spirito indomito e il suo approccio innovativo all'alpinismo. Insieme, Bee e Miotto formarono una delle cordate più leggendarie del loro tempo, compiendo imprese che ancora oggi rimangono scolpite nella storia dell'alpinismo. Tra queste, la salita della parete nord della Pala Alta e la prima ripetizione invernale della via Italo-Polacca al Burèl sono esempi fulgidi della loro maestria e del loro spirito pionieristico e qui inseriamo anche Stefano Gava, oggi con noi e terzo di cordata durante l’apertura della mitica Via dei Bellunesi sullo Spiz di Lagunaz nelle Pale di San Lucano, Purtroppo, nel 1982, Riccardo Bee scomparve durante una scalata in solitaria sul Monte Agner. La sua perdita fu un duro colpo per la comunità alpinistica, ma il suo spirito e la sua eredità continuano a vivere attraverso le vie che ha tracciato e le storie che ha lasciato. Bee era un visionario, sempre alla ricerca di nuovi orizzonti e di nuove sfide, spingendo continuamente i limiti di ciò che era possibile in montagna. La montagna di Miotto e Bee, insomma, ma anche di Gava, è natura pura, è impegno e fatica, ma anche profondo rispetto e conoscenza dell’ambiente. Una lezione su cui riflettere”, ha concluso il Presidente.

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