In migliaia hanno raggiunto nel pomeriggio il 'PalaWoytyla' di Martina Franca per partecipare ai funerali di Alessandro Morricella, il 35enne lavoratore dell'Ilva morto il 12 giugno scorso, quattro giorni dopo essere stato investito da un getto di ghisa incandescente mentre misurava la temperatura dell'altoforno 2.
Lacrime e rabbia per l'ultimo saluto al giovane operaio, che lascia la moglie e due figlie di 6 e 2 anni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato una corona di fiori, posta ai piedi della bara. Il sindaco Franco Ancona, che ha proclamato il lutto cittadino, portava il gonfalone. Presenti anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il prefetto di Taranto Umberto Guidato, il sindaco di Crispiano Egidio Ippolito, parlamentari, consiglieri regionali, amministratori locali, sindacalisti, esponenti del mondo dell'associazionismo e della società civile. Ma un'intera comunità si è stretta attorno alla famiglia di Alessandro. La messa è stata celebrata dal vicario don Luigi Di Giorgio. L'operaio era un giocatore della squadra di calcio a 5 di Locorotondo, che ha militato nel campionato di C2. Il sostituto procuratore Antonella De Luca ha iscritto nel registro degli indagati dieci persone con l'accusa di cooperazione in omicidio colposo. In uno striscione campeggiava la frase di una canzone di De Gregori: ''..e allora mise il cuore dentro le scarpe e corse più veloce del vento''.
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