"Sarei insincero se dicessi, come si
usa fare in queste circostanze, che sono sereno. Sento come
insopportabile la ferita che mi viene inferta da un'accusa che
cancella la verità storica dei fatti: quella verita' e' scritta
in migliaia di atti, di documenti, di fatti. Io ho rappresentato
la prima e l'unica classe dirigente che ha sfidato l'onnipotenza
dell'Ilva e che ha prodotto leggi regionali all'avanguardia per
il contrasto dell'inquinamento ambientale a Taranto". Lo
afferma il leader di Sel ed ex governatore della Puglia Nichi
Vendola.
"Io ho rappresentato, in un territorio colonizzato dai Riva,
- prosegue Vendola - la politica che non ha preso soldi e non
si e' piegata. Io ho rappresentato la prima e unica istituzione
che ha posto sotto monitoraggio i camini del grande siderurgico
e che, con la produzione dei dati dell'inquinamento, ha
consentito alla magistratura di procedere nei confronti
dell'Ilva: la quale ha inquinato anche nei cinquant'anni
precedenti al mio governo, senza che alcuna autorità se ne
occupasse. L'unica mia colpa e' di aver cercato di costruire
un doveroso equilibrio tra diritto alla salute e diritto al
lavoro: ma non credo che questo sia un reato. Mi aspettavo che
l'inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio
proscioglimento già a conclusione dell'udienza preliminare. Per
chi come me crede nei valori della giustizia e della legalità
oggi e' un giorno di delusione e di amarezza.
Ma vado a processo con la coscienza pulita - conclude Vendola
- di chi sa di aver sempre operato per il bene comune. Come
sempre mi difendero' nel processo e non dal processo.
Nel contempo non posso non esprimere viva soddisfazione per la
piena assoluzione dell'ex Assessore regionale all'Ambiente
Lorenzo Nicastro, che rispondeva di un'accusa che offendeva la
sua storia di uomo e di magistrato".
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