"Il caporalato in agricoltura è un fenomeno da combattere come la mafia e per batterlo occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali. Chi conosce situazioni irregolari deve denunciarle senza esitazione". Così in una nota il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.
"In queste settimane - aggiunge Martina - abbiamo lavorato con il ministero del Lavoro sia per intensificare i controlli che per consolidare nuove pratiche utili al contrasto permanente del fenomeno". Il ministro nella nota ricorda anche che dal primo settembre prende il via la 'Rete del lavoro agricolo di qualità', "che abbiamo fortemente voluto dal ministero delle Politiche agricole, e che è diventata finalmente realtà in questi mesi". "E' uno strumento importante. Dall'1 settembre le aziende agricole potranno aderire alla Rete tramite il portare internet INPS. Per la prima volta in Italia - sottolinea Martina - si istituisce un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro che riguarderà proprio le imprese agricole. Il 'certificato di qualità' non sarà un semplice bollino di natura burocratica ma attesterà il percorso delle verifiche puntuali e preventive effettuate individuando e valorizzando le aziende virtuose". Il coordinamento tra istituzioni e parti sociali, ricorda infine il ministro delle Politiche agricole, sarà ulteriormente rafforzato con il completamento dell'iter parlamentare del 'collegato agricoltura', che "prevede l'adesione alla Rete, attraverso la stipula di convenzioni, degli sportelli unici per l'immigrazione, delle istituzioni locali, dei centri per l'impiego e degli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura". "Questo è solo un primo passo - conclude il ministro Martina -, ma può fare davvero la differenza se utilizzato con continuità e attenzione da parte di tutti. La nostra deve essere una battaglia senza sosta e senza quartiere alla piaga del caporalato e del lavoro nero in agricoltura".
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