"L'abitudine di considerare quasi
normale e inevitabile il fatto che ogni giorno le vie di
Capitanata siano attraversate da camioncini come quello oggetto
dell'incidente, che vanno verso le aziende agricole e dove sono
letteralmente ammassati i lavoratori senza alcun presidio di
sicurezza" viene segnalata in una nota dal segretario Flai-Cgil
di Foggia, Daniele Iacovelli, dopo l'incidente stradale avvenuto
ieri sulla strada provinciale 105, tra tra Ascoli Satriano e
Castelluccio dei Sauri, in cui sono morti quattro braccianti
agricoli extracomunitari ed altri quattro sono rimasti feriti:
viaggiavano tutti in un furgone chiuso che, per cause in corso
di accertamento, è stato travolto da un tir il cui conducente è
rimasto leggermente ferito.
"La verità di quanto accaduto sulla Sp 105 - sottolinea il
sindacalista - non si esaurisce nella dinamica dell'incidente,
ma ha radici ben più profonde - e ormai tristemente note - fatte
di marginalità sociale estrema, di ignobile sfruttamento dello
stato di bisogno di ragazzi soli e senza diritti, costretti alla
sopravvivenza tra le baracche dei ghetti, in un contesto sociale
che sempre più li rende preda unicamente di sentimenti di rabbia
e di insofferenza". Un evento - aggiunge - "dopo il quale non è
più possibile immaginare che le cose continuino a scorrere come
hanno sempre fatto, perché denuncia, senza tema di smentita e
con una potenza mai sperimentata prima, per il numero delle
vittime e per le circostanze che lo hanno generato, l'esistenza
di una realtà sommersa, radicata, eppure da tutti conosciuta,
che vede negati, a migliaia di persone, i più semplici diritti
legati alla percezione di un giusto salario e al rispetto delle
condizioni contrattuali, specie di quelle legate al numero di
ore massime lavorabili".
E' un evento - prosegue - "che ci interroga e chiama tutti a
rispondere su quali siano realmente le ragioni che sinora non
hanno consentito a questo territorio di concertare soluzioni che
risolvessero problemi, come quello del trasporto, spesso in mano
ai caporali, la cui diversa gestione avrebbe probabilmente
evitato o ridotto il numero di vittime, nonostante proprio qui,
a Foggia, sia stata istituita la prima sezione territoriale
della Rete del lavoro agricolo di qualità".
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