L'insorgenza di nuove diagnosi di
neoplasia della popolazione residente nell'immobile di via
Archimede 16 è "attuale e continua". "Se si può ritenere che il
reato di disastro ambientale sia ormai estinto per prescrizione,
è invece pacifico che la consumazione dei reati di morte come
conseguenza di altro reato, lesioni e omicidio colposo, si
realizza al momento dell'insorgenza della malattia, in caso di
lesioni, o alla data della morte, per l'omicidio colposo". Ne
consegue che anche se sono trascorsi ormai trent'anni da quel
disastro ambientale, i reati sono ancora perseguibili. Con
queste motivazioni alcune delle famiglie delle vittime della
palazzina di via Archimede 16, nel quartiere Japigia di Bari, si
oppongono alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura
al termine dell'indagine sui decessi per neoplasie causate dai
roghi della ex discarica comunale di via Caldarola. Le famiglie,
assistite dall'avvocato Michele Laforgia, chiedono quindi nuove
indagini.
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