"Lo diciamo da anni, il web ha
migliorato le nostre vite, ma nasconde anche dei rischi
altissimi. E la drammatica storia che arriva dal Salento rende
attuali i nostri avvertimenti". E' quanto afferma il presidente
dell'Ordine degli Psicologi della Puglia, Antonio Di Gioia, in
riferimento alla notizia di una famiglia salentina rimasta per
due anni e mezzo chiusa in casa dopo aver sviluppato una
dipendenza patologica da web. "Ne abbiamo parlato in relazione
al fenomeno delle scommesse online, ma anche ad esempio della
diffusione di filmati hard in rete", prosegue Di Gioia secondo
il quale "tutti abbiamo sottovalutato i pericoli della rete e
della sovraesposizione dei più giovani, specie dei ragazzi più
fragili, facili bersagli in un contesto slegato da riferimenti
reali e concreti".
"La novità del caso del Salento - rileva - è semmai il
coinvolgimento degli adulti, di entrambi i genitori. Forse la
spiegazione va cercata nella giovane età della coppia, non
quella attuale ma quella in cui hanno dato il via alla vita
coniugale. Lui, infatti, secondo le informazioni riferite dalla
stampa, aveva 25 anni quando è nato il primo figlio, lei un paio
d'anni in più". "Di certo - aggiunge Di Gioia - a questa
famiglia sono mancati punti di riferimento stabili, tali da
consentire loro di confondere il reale con il virtuale. Questo è
un caso limite ma la dipendenza dal web sta diventando un vero
problema. E' per questo necessario che le istituzioni si
impegnino ad avviare percorsi incentrati sulle relazioni
socio-affettive rivolti ai giovanissimi, soprattutto in ambito
scolastico". "Ma anche agli adulti - conclude - che vanno
aiutati nei Centri di ascolto per le famiglie a gestire le
relazioni con gli adolescenti in un contesto in continua
evoluzione e mutamento".
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