(di Mauretta Capuano)
Dopo la pandemia non può più
"scrivere come prima" David Leavitt che all'edizione 2020 del
Festival 'Il libro possibile', dall'8 all'11 luglio a Polignano
a Mare (Bari), presenterà il suo nuovo romanzo 'Il decoro',
nelle librerie italiane il 2 luglio in anteprima mondiale per
Sem e in ottobre in quelle americane. "E' un romanzo sugli
americani che vogliono scappare dall'America" dice lo scrittore
felice di essere presente "anche virtualmente". E applaude
all'organizzazione del Festival che "ha un grande valore di
resistenza".
Con l'Italia, dove ha vissuto 9 anni negli anni Novanta,
Leavitt ha un rapporto speciale, "la considero la mia seconda
patria. Ci torno spesso" dice in collegamento dalla Florida,
dove vive e dove insegna all'Università che ha 50 mila studenti.
"In questo momento ci troviamo in una tempesta perfetta, con un
presidente, Donald Trump, per il quale non ci sono più aggettivi
per descriverlo, che vuole distruggere i valori americani non
per motivi ideologici o politici, ma per soddisfare il suo
enorme ego. E' una cosa tragica, ma rispetto a sei mesi fa sono
più positivo e ottimista. A quasi un mese dalla morte di George
Floyd le proteste e le reazioni non si fermano e c'è una nuova
energia, soprattutto tra i giovani. Gli afroamericani hanno
detto 'basta'. C'è una rabbia produttiva e il risultato sarà un
grande cambiamento. C'è la possibilità di una sorta di
Rinascimento in questo paese".
Sugli attacchi alla statue e ai monumenti storici minimizza:
"Non sono statue di Michelangelo, non hanno un valore artistico.
Avevano un valore onorifico una volta, ma adesso no. Queste
statue sono propaganda del passato che oggi ha un nuovo
significato, bruttissimo. Per me la cose più importanti sono le
vite delle persone. Qui, all'Università della Florida, credo che
nei prossimi sei mesi tutti gli edifici e le case che hanno il
nome di presidenti e professori del passato saranno cambiati
perché molti sono legati a storie di razzismo".
Leavitt non nasconde invece di avere paura per quello che
accadrà quando, ad agosto, gli studenti torneranno
all'Università: "I giovani non capiscono l'importanza di usare
la mascherina, è difficile convincerli e non sanno il rischio
che corrono. Adesso qui siamo in una situazione paragonabile a
quella di Milano due mesi fa dove i più colpiti dal virus sono
però i giovani".
Il Covid 19 "mi ha fatto capire che voglio una vita più
semplice, meno frenetica" spiega l'autore di 'Ballo di famiglia'
, con cui ha esordito nel 1984, e di libri come 'La lingua
perduta delle gru', che tre mesi fa ha cominciato a lavorare a
un nuovo romanzo. "A tre mesi dalla pandemia sembrano passati
secoli. Tanti scrittori vogliono scrivere di questa esperienza
ma sono tutti un po' insicuri. Bisogna trovare un modo che
funzioni. Lo troverò, faccio esperimenti" racconta. E aggiunge:
"Che cos'è il presente? Il presente non esiste, quello che
accade oggi non è uguale a domani".
'Il decoro' è ambientato a New York e parla, anticipa lo
scrittore, "di una donna, Eva, che dopo l'elezione di Trump
decide di andarsene dal suo Paese. Va in vacanza a Venezia e
conosce una signora che le vende un appartamento. La seconda
parte è una sorta di commedia con tanti dialoghi e racconta la
rabbia e la paura arrivate dopo la vittoria di Trump. Un periodo
che adesso sta arrivando alla fine" sottolinea Leavitt. "E' il
primo di due romanzi , il secondo sarà ambientato tutto a
Venezia che per i turisti stranieri è una sorta di sogno. E' qui
l'origine della parola quarantena. Da tempo volevo ambientare un
romanzo in Italia, è stata una sorta di pronostico" dice nel suo
italiano quasi perfetto.
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