"Amo sempre i vestiti che faccio e
quelli di Pinocchio li ho amati tutti, perché ognuno ha una sua
vita, ma tutti mi hanno fatto impazzire. Dovevamo cercare la
chiave per identificare il personaggio, la sua psicologia e
attraverso la stoffa animare un corpo". Massimo Cantini Parrini
è il costumista di "Pinocchio" il film di Matteo Garrone per il
quale riceverà oggi il premio Pietro Tosi come miglior
costumista nell'ambito del Bif&st, il Bari international film
festival.
Il "Pinocchio" per il quale questa sera il premio Oscar Roberto
Benigni salirà sul palco di Bari per ricevere il premio Alberto
Sordi come miglior attore non protagonista nel ruolo di Geppetto
e anche il Federico Fellini platinum award per l'eccellenza
cinematrografica.
Cantini Parrini, che si dice "onorato di ricevere un premio
intitolato al mio grande maestro e amico Tosi, scomparso l'anno
scorso", spiega come nasce un costume e come è stato "vestire" i
personaggi di Pinocchio. "La ricerca della verità ha guidato lo
spirito del film - dice - , quindi i macchiaioli, i colori della
terra, la Toscana e la povertà di quel momento. Dovevamo trovare
una linea estetica che fosse diversa da tutti i Pinocchio
rappresentati al cinema e a teatro e l'ispirazione è venuta
vedendo le immagini di Chiostri e Mazzanti, i primi illustratori
delle novelle di Collodi del 1880. Siamo partiti da lì, è stata
la lampadina che acceso le idee di tutti". Lavorare ai costumi
di Pinocchio "è stato difficile ma bello - aggiunge - , perché
sono personaggi antropomorfi, gli esseri umani sono pochissimi,
sono tutti animali che parlano e camminano ed è stato bello
lavorare sulla fisicità dei corpi".
Cantini Parrini parla anche dei suoi prossimi progetti. "Sto
finendo 'Natale in casa Cupiello' con la regia di Edoardo De
Angelis a Napoli e poi sto lavorando ad un grosso progetto
internazionale, americano, di cui ancora non posso parlare".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA