"Non è mai stato fatto alcun
accostamento tra l'utilizzo del purificatore d'aria individuale
di ultima generazione ed il contrasto al Covid-19". Si difende
così il presidente di 'InnovaPuglia' - l'agenzia che gestisce i
maxi appalti sanitari della Puglia - e segretario del sindacato
di Polizia Siap Giuseppe Tiani dopo la bufera esplosa per le sue
dichiarazioni in commissione Affari costituzionali, dove si è
presentato con un ciondolo micropurificatore d'aria sostenendo
che è uno strumento di "tecnologia israeliana che genera per un
metro cubo intorno alla persona dei cationi che inibiscono
qualsiasi virus abbia segno positivo".
"A margine di un ben più articolato intervento in tema di
immigrazione e sicurezza in cui venivano richieste maggiori
tutele legali, operative e sanitarie per il personale delle
forze di polizia - dice Tiani - è stato richiesto anche
l'utilizzo della tecnologia più all'avanguardia evidenziando ai
presenti l'esistenza di uno strumento, pubblicizzato da diversi
mesi dalla ditta costruttrice attraverso importanti e
qualificati quotidiani nazionali e la cui scheda tecnica non è
stata mai smentita, che potrebbe essere utile per la salute
degli operatori". Tiani si dice dunque "basito" dal clamore
delle sue dichiarazioni "interrotte dal presidente della
Commissione a causa dello scadere del tempo a disposizione,
impedendo la conclusione del ragionamento, impropriamente
abbinata al contrasto del covid-19 a cui non è mai stato mai
fatto alcun riferimento".
La proposta, ripete il sindacalista e presidente di
InnovaPuglia, "era chiaramente finalizzata alla sanificazione a
largo spettro individuale e degli ambienti ove lavorano gli
operatori di polizia, e soltanto a causa del poco tempo a
disposizione e dell'interruzione non è stato possibile
argomentarla al meglio".
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