Militari della Guardia di Finanza di
Lecce stanno eseguendo, tra la provincia di Lecce e quella di
Roma, un provvedimento cautelare per l'arresto di 11 persone (3
in carcere e 8 ai domiciliari), indagate a vario titolo per
associazione a delinquere finalizzata al
contrabbando di gasolio agricolo, emissione ed utilizzo di
fatture false, riciclaggio ed autoriciclaggio. Gli indagati
complessivamente sono 64. Gli inquirenti ritengono di aver
accertato un'evasione fiscale (tra accisa, Iva ed Ires) tra il
2014 e il 2018 di oltre 20 milioni di euro ed hanno quindi
disposto il sequestro di beni a carico di 17 indagati e otto
aziende, tre delle quali anche destinatarie di interdizione per
un anno dall'esercizio dell'attività di commercio all'ingrosso
di prodotti petroliferi.
Le indagini, durate oltre due anni, avrebbero fatto emergere
due sistemi di frode: il primo rappresentato dal contrabbando di
un ingente quantitativo di gasolio agricolo; il secondo
dall'utilizzo di una società "cartiera" che acquistava e
commercializzava carburante per autotrazione, evadendo così
l'IVA. Nel dettaglio, l'organizzazione leccese avrebbe gestito
due depositi di carburanti agricoli, uno a Carmiano e l'altro a
Diso (quest'ultimo intestato a una cosiddetta "testa di legno")
ed ha distratto circa 25 milioni di litri di prodotto
petrolifero (con un'evasione di accisa, Iva ed imposte dirette
per oltre 13 milioni di euro), a favore di autotrasportatori
leccesi, brindisini e tarantini compiacenti. Il sistema si
avvaleva di imprese agricole fittizie, prive di libretti U.M.A.
(Utenti Motori Agricoli) e costituite ad hoc, con la complicità
di un commercialista salentino.
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