"Non abbiate nessun timore. Io ho
vissuto una vita stupenda e meravigliosa". E' l'ultimo sms
mandato alla sua famiglia dal Policlinico di Bari, prima di
finire in rianimazione per sette giorni, da Antonio Pinto,
avvocato barese che in un lungo post su Facebook racconta il suo
"Covid grave, la rianimazione e il secondo tempo di vita che mi
è stato donato". Lo scrive adesso che "il peggio è ampiamente
alle spalle" e che dal reparto di Rianimazione è stato
trasferito in un normale reparto di degenza Covid, dedicando
questo suo racconto ai medici e agli infermieri che lo hanno
salvato, "uomini e donne che fanno onore al genere umano".
Racconta "l'esperienza unica di vivere 7 giorni di piena
coscienza e lucidità, dove il corpo non esiste più, solo dolore,
aghi, assenza di ossigeno interno, fili e macchinari attaccati
dappertutto e l'anima da sola che deve reggere tutto, sapendo
che puoi morire sempre. Ho visto i medici, gli infermieri e i
sanitari della rianimazione: uomini e donne eccezionali che
salvano ogni giorno vite e si buttano a capofitto su tutti".
"Ancora adesso - scrive - li ricordo nel gesto tipico di star
chinati sui pazienti di qualsiasi età, anche per ore, a fare
quello che serve in quel momento, su pazienti incoscienti che
non lo sapranno mai che in quelle ore sono stati salvati perché
quel medico o infermiere ha fatto la cosa giusta al momento
giusto. Li ho visti fare turni umanamente impossibili, ogni
paziente lo salvano anche 10 volte al giorno".
Medici e infermieri "a pezzi. Non riesco a capire - scrive
ancora - come possano resistere. Solo io, solo in 7 giorni, ho
ricevuto oltre mille gesti di affetto. Mi tagliavano a
pezzettini il cibo per farmi deglutire senza strozzarmi. Mi
coprivano, mi accarezzavano e basta, quando sapevano che stavo
proprio stremato. Mi facevano vedere la foto dei miei e dicevano
'dai che ce la fai a tornare da loro'".
Nel reparto di rianimazione del Policlinico "ogni giorno
muore qualcuno - evidenzia l'avvocato - ma vi dico che muore con
dignità da uomo e donna, solo grazie a loro. Quando me ne sono
andato, i presenti hanno fatto capannello e mi davano il 5
mentre ero sulla barella e ovviamente piangevo".
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