E' attesa per domani, a cinque
anni dall'avvio del dibattimento, la sentenza del processo
chiamato "Ambiente Svenduto" per il presunto disastro ambientale
causato dall'ex Ilva di Taranto negli anni di gestione della
famiglia Riva. Le parti sono state convocate per le ore 10
nell'aula magna della Scuola Sottufficiali della Marina
militare, dove i giudici sono in camera di consiglio dalla tarda
serata del 19 maggio scorso. Il dispositivo sarà letto dal
presidente della Corte d'Assise Stefania D'Errico (a latere
Fulvia Misserini e sei giudici popolari). Sono 47 gli imputati
tra dirigenti ed ex dirigenti del Siderurgico, politici e
imprenditori.
Al termine della requisitoria, il pm Mariano Buccoliero, ha
chiesto 35 condanne per circa quattro secoli di carcere, il non
doversi procedere per prescrizione per altri 9 imputati e
sanzioni pecuniarie e misure interdittive per le tre società
Ilva, Riva Fire e Riva Forni elettrici.
Cittadini e associazioni ambientaliste hanno annunciato per
domani un sit-in davanti alla Scuola Sottufficiali della Marina
a partire dalle ore 9. Chiesti 28 e 25 anni di carcere per Fabio
e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell'Ilva; 28
anni per l'ex direttore dello stabilimento di Taranto Luigi
Capogrosso, 20 anni per il dirigente Adolfo Buffo e per cinque
ex "fiduciari aziendali". Sollecitata inoltre la condanna a 5
anni per l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
L'inchiesta sfociò il 26 luglio del 2012 nel sequestro degli
impianti dell'area a caldo. La pubblica accusa ha parlato di
inquinamento "devastante per l'ambiente e per la salute".
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