"Si stanno spegnendo le serre in
Puglia a causa del boom dei costi energetici e del carburante
con rincari fino al 50%, con i florovivaisti che stanno portando
fiori e piante a freddo per mandarle in 'letargo', per abbassare
gli enormi costi di gestione non compensati dai prezzi di
vendita dei fiori": a lanciare l'allarme è la Coldiretti Puglia,
proprio in vista di San Valentino, la festa degli innamorati,
attesa come occasione di rilancio dopo il calo dei consumi
provocato dalla pandemia.
"L'insostenibile rincaro dei costi di produzione per i
florovivaisti arriva proprio a ridosso di un periodo in cui per
molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale",
denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Il
rincaro dell'energia - continua la Coldiretti regionale - non
risparmia fattori fondamentali di produzione come i
fertilizzanti con aumenti che vanno dall'urea passata da 350
euro a 850 euro a tonnellata (+143%) alle torbe con un +20%
mentre per gli imballaggi gli incrementi colpiscono dalla
plastica per i vasetti (+72%) dei fiori al vetro (+40%) fino
alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i
tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati.
"E se in altri settori si cerca di concentrare le operazioni
colturali nelle ore di minor costo dell'energia elettrica -
rileva Coldiretti regionale - le imprese florovivaistiche non
possono interrompere le attività pena la morte delle piante o la
mancata fioritura, soprattutto in quelle serre dove era già
partito il riscaldamento".
Il settore florovivaistico in Puglia può contare su distretto
in provincia di Lecce, a Taviano e Leverano che si estende anche
ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto
Cesareo, Racale e Ugento e uno in provincia di Bari con al
centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa,
Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà
aziendali sparse nel resto della regione.
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