"Sono due anni da quando c'è stata
la più grande evasione di detenuti dal carcere in un paese
civile ma qui a Foggia, a due anni da quell'evento, la
situazione è rimasta sempre la stessa". E' quanto afferma
Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sindacato autonomo
di polizia penitenziaria (Sappe), che questa mattina ha
protestato davanti alla casa circondariale del capoluogo dauno
con un gruppo di agenti di Polizia penitenziaria che si sono
simbolicamente incatenati e hanno urlato "Basta aggressioni".
Pilagatti sottolinea che a Foggia "manca il comandante di
reparto, responsabile della sicurezza, e mancano i poliziotti.
Nel 2000 a Foggia erano previste 350 unità, adesso siamo scesi a
270 con gente che ha tra i 53 e i 54 anni". Sono "massacranti",
per il segretario del Sappe, i turni di lavoro: "Non sono più di
6 ore come prevede la legge, bensì di 8, 10 ore o addirittura di
16 ore". Per Pilagatti la situazione è "diventata insostenibile"
e "a questo ci aggiungiamo le aggressioni da parte dei detenuti,
soprattutto quelli del reparto psichiatrico che non hanno più
alcun controllo".
"Questa manifestazione parte da Foggia - spiega - ma si
sposterà a Bari e Lecce, e andrà fino a Taranto. Se non
arriveranno risposte andremo sotto la finestra del ministro a
gridare la rabbia della polizia penitenziaria". Oggi "è anche
partito il referendum per quanto riguarda il passaggio della
Polizia penitenziaria al ministero dell'Interno - ricorda il
segretario - perché la sicurezza delle carceri è una questione
di ordine pubblico e deve essere garantita dal ministero
dell'Interno e non dal ministero della Giustizia". Infine un
appello alla ministra della Giustizia sulla rieducazione dei
detenuti: "Ci dica come si fa, a Foggia, con 600 detenuti e tre
educatori".
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