Niente da dire, anche il più bravo
degli sceneggiatori è poca cosa rispetto alla realtà. È il caso
di Mario Capecchi, Nobel per la medicina nel 2007, dalla vita
così avventurosa da divenire oggetto di un film come HILL OF
VISION di Roberto Faenza (SOSTIENE PEREIRA), che passa in
anteprima mondiale alla 13/a edizione del Bif&st (26 marzo - 2
aprile) dove, tra l'altro, lo stesso Capecchi terrà il 27 marzo
al Teatro Piccinni una conversazione con Carlo Doglioni,
presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(INGV).
"La sua storia è così incredibile da non sembrare vera - dice
lo stesso Faenza all'ANSA -. A parlarmene per prima è stata la
produttrice Elda Ferri che era stata colpita dalla sua lezione
tenuta a Kyoto. E soprattutto dal fatto che Capecchi, dopo
l'arresto della madre nel 1941, vive dai cinque agli undici anni
per strada senza mai un pasto caldo e tra mille espedienti.
('Ero come un animale, quello che mangiavo lo rubavo ed ero
diventato anche per questo un bravissimo ladro', dice lo stesso
premio Nobel di quel periodo)". E aggiunge Faenza: "Insomma la
sua vicenda è così incredibile da sembrare finta, un po' come
quella di Alda Merini oggetto del mio prossimo lavoro".
Nel film, prodotto da Jean Vigo Italia con Rai Cinema e con
nel cast Laura Haddock, Edward Holcroft, Elisa Lasowski, Jake
Donald - Crookes, Lorenzo Ciamei e Francesco Montanari, ci
ritroviamo durante la seconda guerra mondiale in Alto Adige.
Mario ha solo quattro anni quando sua madre, americana, poetessa
e attivista politica, viene arrestata dai fascisti e,
successivamente, internata in un campo di concentramento
tedesco.
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