"Si stabilisca un prezzo fisso alla
pompa da 0,50 a 0,60 euro. Poi la differenza la deve pagare lo
Stato che ha il dovere di trovare una soluzione alle esigenze
dei cittadini e delle imprese". Lo afferma Nicola Parente,
pescatore di Mola di Bari, la seconda marineria della regione
per numero di imbarcazioni, circa 90, durante la proteste delle
marinerie pugliesi in corso davanti al porto di Bari contro il
caro-gasolio.
"Se il gasolio rimane a questi prezzi - dice Parente - scrive
la parola fine alla pesca italiana. Il governo ha preso
provvedimenti, come il 20% dei consumi nel primo trimestre 2022,
vuol dire che da 1,20 il gasolio ci costerà 1 euro, comunque
insostenibile. Ma noi non chiediamo mance o elemosine, chiediamo
di essere messi nelle condizioni di continuare a fare il nostro
lavoro".
"Da venerdì scorso protestiamo perché dopo tante promesse non
abbiamo ottenuto niente" dichiara Cosimo Marasciulo, presidente
del Consorzio Mare Blu di Monopoli (dove le imbarcazioni sono
75). "Qui c'è gente - aggiunge - che sta perdendo le barche e le
case, siamo alla disperazione".
Anche la marineria di Molfetta, con le sue 50 imbarcazioni,
sta protestando oggi a Bari. "Chiediamo di essere ascoltati -
dice Paolo Spagnoletta - , dopo le promesse di tre mesi fa siamo
tornati in mare, ma la situazione è peggiorata e risposte ancora
non ne abbiamo avute. In queste condizioni è impensabile uscire
in mare".
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