Dal Canale di Sicilia
all'Adriatico, rafforzata la vigilanza della Marina Militare sui
gasdotti dopo il caso Nord Stream. Come ha riferito il capo di
Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone,
intervistato da Repubblica, è stato deciso di "aumentare subito
le misure per la tutela delle reti strategiche per l'interesse
nazionale". Il dispositivo coinvolge tre navi con piccoli
sommergibili teleguidati per monitorare i punti chiave delle
condotte. Impiegati gli specialisti del Comsubin.
In queste ore, nelle acque di San Foca (Lecce), ad esempio,
la nave appoggio Anteo, è impegnata in un'operazione di
monitoraggio nel tratto di mare al largo della località San
Basilio dove approda il terminale del Tap. La notizia della
presenza delle navi è stata confermata dal sindaco di Melendugno
Maurizio Cisternino e da fonti Tap che ribadiscono "il pieno
coordinamento con le autorità e gli operatori. Sono in atto -
aggiungono - tutte le misure legate alla gestione del rischio".
L'attività di tutela di queste vitali arterie sottomarine -
nel Canale di Sicilia ci sono Transmed dalla Tunisia e
Greenstream dalla Libia - è stata sempre messa in campo dalla
Marina, che ha però ulteriormente innalzato la vigilanza in
seguito all'allarme fatto suonare dal danneggiamento di Nord
Stream. Intensificata anche la sorveglianza dall'alto con aerei
di Marina ed Aeronautica che monitorano la flotta russa, sempre
più numerosa nel Mediterraneo.
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