E' stata realizzata nel 1930 nei
giardini Isabella d'Aragona, fra il castello Normanno-Svevo e la
questura di Bari. Dal 2019 si trova in stato di abbandono,
vandalizzata e recintata. Adesso la Fontana delle anfore è
tornata a vivere, seppure virtualmente, grazie a una scansione
in 3D, che ha permesso di realizzare un modello in scala,
virtuale e fisico. Il merito è del progetto di Salvatore Bonomo,
ingegnere laureato al Politecnico di Bari, nell'ambito del
progetto messo a punto dal dipartimento di Meccanica, matematica
e management. Il modello è stato consegnato questa mattina al
Comune, alla presenza fra gli altri del vice sindaco Eugenio Di
Sciascio, dell'assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso,
del rettore del Politecnico Francesco Cupertino, del docente in
Tecnologia meccanica Luigi Galantucci e dello stesso Bonomo.
"Questo progetto rafforza i rapporti di collaborazione fra
università ed enti locali - dice Di Sciascio - e lo fa
attraverso modalità meno scontate. L'augurio è che sia uno
stimolo nei confronti della città a rimettere a posto monumenti
che ne rappresentano la storia". "Questo è solo un esempio di
quello che si può fare con la tecnologia 3D - prosegue Cupertino
-. E' possibile digitalizzare manufatti per aiutare a
recuperarli, ma anche per permettere, a chi voglia, di visitare
la città virtualmente. Il Politecnico è il luogo in cui si
costruiscono le competenze, nel segno dell'attenzione al
territorio e della creazione di opportunità per i giovani".
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