"Consideriamo questo decreto una
grave intromissione nella sfera di autonomia della magistratura
che a Taranto ha operato per la difesa della salute dei
cittadini e per contrastare il disastro ambientale in atto
disponendo la confisca e il sequestro degli impianti inquinanti.
Siamo dell'avviso che quando un governo entra a gamba tesa per
fermare la magistratura, altera l'equilibrio fra i tre poteri su
cui si basa lo stato di diritto". Lo afferma il presidente di
Peacelink Alessandro Marescotti dopo la pubblicazione sulla
Gazzetta ufficiale del decreto legge 2/2023 "che ha lo scopo -
attacca l'ambientalista - di fermare la magistratura di Taranto
che indaga nuovamente sull'inquinamento Ilva e vuole capire se
il sistema dei controlli sui lavori di messa a norma degli
impianti ha funzionato o no".
Marescotti ricorda "che c'è ancora un eccesso di mortalità
nelle zone vicine allo stabilimento e un preoccupante incremento
del benzene (potente cancerogeno emesso dalla cokeria) con
picchi denunciati pubblicamente da Peacelink e confermati da
Arpa e Asl".
Le finalità del decreto legislativo, sostiene ancora
l'ambientalista, "invece di mettere la salute degli abitanti di
quel quartiere al primo posto, sono quelle di garantire la
continuità produttiva, costi quel che costi, neutralizzando le
sanzioni interdittive della magistratura. La norma punta al
dissequestro degli impianti Ilva e a garantire lo scudo penale a
chi li continua a gestire. Occorre promuovere un sostegno
popolare alla magistratura sotto attacco".
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