x Ilva : Urso, per Taranto un accordo di programma |
Il sindaco: data storica.Con sindacati è scontro.Fiom: scioperi |
ROMA |
Il ministro Adolfo Urso indica un metodo, traccia un percorso per Taranto e per il sistema siderurgico italiano al tavolo convocato su Acciaierie d'Italia, l'ex Ilva , con tutti gli attori di un dossier strategico per il sistema industriale italiano, ed incagliato da tempo. Il confronto sarà permanente, continuo, per muoversi insieme", come "sistema Italia". Tra gli obiettivi - c'è anche quello di definire un accordo di programma per la reindustrializzazione dell'area di Taranto. L'appuntamento è tra un mese per un nuovo tavolo al ministero delle Imprese: "Forniremo le linee direttrici di quello che potrà essere l'accordo di programma", dice Urso, "e l'azienda fornirà un cronoprogramma per il rilancio industriale e produttivo di Taranto e per la sua riconversione green". Mentre sugli aspetti societari non si esclude che si possa accelerare il percorso verso la salita dello Stato nel capitale, tramite Invitalia, ma non c'è ancora una decisione. La prospettiva convince gli enti locali, con il sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci (Pd) che, quasi a sorpresa, parla di "sintonia", di "data storica". Non così i sindacati. Sono arrivati auspicando "una parola fine al manicomio che si è creato in questi anni", come premette il leader della Uilm, Rocco Palombella. Terminato l'incontro i toni sono di scontro. Ci siamo trovati di fronte "ad un accordo di fatto" tra istituzioni e azienda, "l'unico strumento per sostenere le nostre proposte sono le iniziative di sciopero e di manifestazione", dice il segretario generale della Fiom, Michele De Palma: "L'incontro è stato negativo, abbiamo deciso un pacchetto di ore di sciopero"; "Utilizzeremo tutti gli strumenti: iniziative sindacali e legali necessarie per modificare il decreto, iniziative di sciopero per poter immediatamente riaprire la discussione sui volumi produttivi e per l'applicazione dell'accordo del 2018". Rocco Palombella si rivolge direttamente agli operai arrivati da Taranto per un presidio sotto la sede del Mimit: "E' stata una cosa. Non ho parole. Sembrava una trattativa che non riguarda i lavoratori, si è parlato di tutto tranne che dei livelli occupazionali, delle prospettive, del dramma che vivono i lavoratori in amministrazione straordinaria, i lavoratori dell'appalto, i lavoratori in cig da marzo senza prospettive. Uno scenario indescrivibile, avevamo concordato tutto, ci avevano preparato il piatto: sindaco, presidente della Regione, Governo, si erano messi d'accordo". C'è l'accordo del 2018, dice Palombella: "Dicono che non esiste più. Dobbiamo chiederne il rispetto davanti alla magistratura e con iniziative di lotta". Per il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, una posizione più cauta, "come sindacato conta che la produzione non crescerà moltissimo: 4 milioni di tonnellate nel 2023 e 5 milioni nel 2024: è insufficiente per un rilancio". In 750 sono partiti da Taranto con 14 bus, indicano i sindacati. Sotto il ministero sono di meno ma si fanno sentire e vedere, tra cori di protesta e fumogeni. L'a.d. Lucia Morselli, secondo quanto trapelato, avrebbe dato garanzie sugli investimenti, già quest'anno per il rifacimento dell'altoforno 5 e per il potenziamento della centrale elettrica, funzionali al recupero della produzione. Spunta, tra vari progetti, anche "un rigassificatore: siamo già a un terzo dei lavori in collaborazione con operatori internazionali e con il Porto di Taranto." E dopo "un 2022 complicato", avrebbe sottolineato ancora Lucia Morselli, "il rafforzamento patrimoniale di 750 milioni consente di accedere ai mercati delle materie prime e delle risorse finanziare con uno standing diverso, in linea con lo status di sito strategico nazionale": si esce "dalla condizione di fragilità". |
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