Per essere trasportati nei campi i
braccianti che vivono nella baraccopoli di Borgo Mezzanone erano
costretti a versare al 'caporale' che li reclutava e
accompagnava 5 euro al giorno, una somma che - in accordo con i
titolari delle aziende per cui lavoravano - veniva direttamente
detratta dalla busta paga giornaliera. Durante le ore di lavoro
erano controllati a vista, non potevano fare pause e venivano
insultati. Inoltre i caporali pretendevano che ogni bracciante
riempisse in otto ore almeno 56 cassette con i prodotti
agricoli. E quando uno di loro non raggiungeva questo obiettivo
il lavoro di tutti continuava. E' quanto emerso dall'indagine
'Caronte' che ha portato all'emissione di 13 provvedimenti
cautelari personali del gip di Foggia, tra cui sette arresti
(due dei quali riguardano 'caporali' senegalesi che ora sono in
Africa), per intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro,
impiego di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno.
Le due aziende agricole sottoposte al sequestro preventivo
finalizzato al controllo giudiziario sono la 'Agrigold' di
Trinitapoli (Bat) e la 'Regina Agricola' di Zapponeta (Foggia)
il cui fatturato annuo - secondo gli inquirenti - raggiunge
circa 10 milioni di euro.
I due 'caporali' senegalesi destinatari della misura
cautelare in carcere sono stati rintracciati nel loro paese
d'origine e i militari hanno avviato le pratiche per
l'internazionalizzazione del provvedimento.
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