Grazie alla sua offerta di screening
hcv e hiv, di visite mediche di base e ginecologiche e del
supporto psicologico e legale, la clinica mobile per la cura dei
lavoratori migranti in Capitanata è entrata a far parte delle 49
buone pratiche riconosciute dall'Oms nel campo della salute di
rifugiati e migranti.
Il modello di accoglienza, sviluppato dalla Regione Puglia
con il contributo di Medici con l'Africa Cuamm Bari e della
clinica di Malattie infettive e tropicali dell'Università di
Bari, ha ottenuto il riconoscimento insieme a realtà provenienti
da tutto il mondo ed è stato al centro di un convegno tenutosi
questa mattina nel palazzo della Regione Puglia, dal titolo
Flussi migratori, modelli di accoglienza e servizi sanitari. Lo
rende noto un comunicato della Regione.
Tale lavoro congiunto, avviato nel 2015, ha contribuito a
rispondere ai bisogni sanitari della popolazione migrante e
rifugiata delle province di Foggia e Bari che vive in condizioni
igienico-sanitarie precarie, senza acqua corrente né
elettricità, lontani dai servizi alla persona, in condizione di
estrema marginalizzazione sociale.
"Un riconoscimento all'intelligenza, alla dedizione e al
profondo convincimento di tutta una comunità sulla necessità che
alle parole seguano sempre i fatti - ha dichiarato il presidente
della Regione Michele Emiliano, intervenuto al convegno in
collegamento video -. La Puglia da questo punto di vista è
certamente una delle regioni più avanzate d'Italia, abbiamo
sempre considerato le persone come tali, senza mai distinguere
la loro condizione legata al bisogno, alla necessità di
salvaguardare la propria vita, la propria libertà di poter
progredire e costruire progetti di vita approfittando anche
delle condizioni di particolare benessere alle quali la nostra
comunità ha avuto accesso. Il nostro è un meccanismo che
considera il diritto alla salute come universale, senza
distinzione di appartenenza".
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