"Al primo cittadino segnaliamo la
necessità di procedere con la richiesta del riconoscimento dello
stato di calamità naturale per il fenomeno della moria delle
cozze". E' la richiesta avanzata da Agci Agrital Taranto, Unci
Agroalimentare, Confcooperative Taranto-Federcoopesca, Legacoop
agroalimentare Taranto/Dipartimento Pesca, Fai Cisl, Flai Cgil e
Uila Pesca in merito alla crisi del comparto della
mitilicoltura.
"Delle 15mila tonnellate di mitili prodotte a Taranto
quest'anno, il 50% - spiegano - è stato venduto; della parte
restante sono andate perse, a causa ancora una volta del caldo
record e delle alte temperature registrate in Mar Piccolo,
settemila tonnellate che, tradotte in termini economici,
corrispondono a oltre cinque milioni di euro". A contribuire "al
problema - aggiungono associazioni e sindacati - anche il
mancato utilizzo del primo seno del Mar Piccolo. La perdita del
seme chiaramente andrà a pesare su quella che sarà la stagione
2024, quando probabilmente sarà sensibilmente ridotta la
quantità di prodotto da commercializzare. Questa è la situazione
con la quale devono fare i conti 30 aziende e circa 400 famiglie
tarantine che vivono di mitilicoltura".
Il prefetto Demetrio Martino ha convocato un tavolo di
confronto per domani. Al sindaco Rinaldo Melucci è stata
sollecitata "una urgente convocazione del tavolo della
mitilicoltura, per affrontare certamente l' emergenza caldo, ma
anche i problemi strutturali del settore, ancora irrisolti:
bonifiche Mar Piccolo, piano delle coste, realizzazione punti di
sbarco, regolamentazione delle concessioni".
Le associazioni infine plaudono alla richiesta
"dell'opposizione di una seduta monotematica della massima
assise tarantina" e si appellano "al presidente della Regione
Michele Emiliano e all'assessore regionale al ramo, Donato
Pentassuglia, affinché si convochi un incontro per affrontare la
drammatica situazione".
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