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Crac As Bari, due assoluzioni e 4 rinvii a giudizio

Crac As Bari, due assoluzioni e 4 rinvii a giudizio

Disposti proscioglimenti per alcuni capi di imputazione

BARI, 01 dicembre 2023, 20:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A quasi dieci anni dai fatti tornano nelle aule del Tribunale di Bari le vicende del fallimento dell'As Bari calcio del 2014 con due assoluzioni e quattro rinvii a giudizio. Il gup Giuseppe Ronzino ha assolto "per non aver commesso il fatto" il 61enne ex parlamentare Salvatore Matarrese e l'imprenditore Domenico De Bartolomeo, rispettivamente consiglieri della società dal 2002 al 2011 (il primo) e dal 2008 al 2011 (il secondo). I due, insieme ad altri ex dirigenti, erano accusati di bancarotta fraudolenta e avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato. La stessa Procura di Bari, a marzo, ne aveva chiesto l'assoluzione.
    Prosciolto dalle accuse più gravi di bancarotta fraudolenta per non aver commesso il fatto e rinviato a giudizio per un unico capo di imputazione, Antonio Matarrese (vicepresidente vicario del cda dal luglio 2010 al giugno 2011, nonché ex parlamentare, ex presidente della Lega Calcio ed ex vicepresidente di Fifa e Uefa). Prosciolti anche da alcune delle accuse di bancarotta fraudolenta l'ex amministratore unico Claudio Garzelli, il suo successore Francesco Vinella e l'ex amministratore delegato e consigliere del cda Salvatore Matarrese (66 anni, cugino e omonimo dell'ex parlamentare).
    Sono stati invece rinviati a giudizio per altre delle ipotesi di bancarotta fraudolenta Vinella, Garzelli e il 66enne Salvatore Matarrese. A Vinella è contestato anche l'aver distratto il patrimonio societario attraverso la risoluzione del contratto tra la As Bari e la Servizi sportivi srl, che prevedeva (in favore del Bari) il pagamento di un canone annuo di un milione di euro. Antonio Matarrese è stato rinviato a giudizio solo per aver "formato il contratto di risoluzione" con la Servizi sportivi.
    Le accuse riguardano la gestione della società sportiva tra il 2009 e il 2014 quando, secondo le indagini, sarebbero stati accumulati debiti tributari per mancati versamenti al fisco per quasi 55 milioni di euro e, malgrado ciò , sarebbero state anche compiute operazioni che hanno depauperato il patrimonio della società aggravando la situazione di dissesto fino al fallimento.
   

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